Ci sono due Italie, con buona pace di chi si affanna a lottare contro l’Autonomia differenziata. Di fatto l’Italia è già spaccata e ne siamo tutti consapevoli.
L’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) certifica che a livello sanitario gli ospedali del nord Italia sono migliori e non di poco degli ospedali meridionali.
L’Agenas suddivide i servizi sanitari in aree di competenza.
L’area cardiovascolare vede in testa come ospedale con un livello di qualità molto alta il Careggi di Firenze, seguono ben 16 ospedali del centro-nord, più nord che centro e al 18 posto troviamo il primo centro meridionale ed è il SS. Annunziata di Chieti.
L’area oncologica vede in testa l’Ospedale di Mestre seguito da 24 ospedali del centro-nord, anche in questo caso più nord che centro 20 a 4 per essere precisi. Al 25esimo posto troviamo il primo ospedale meridionale lo Spirito Santo di Pescara.
L’area muscolo scheletrica vede quale migliore ospedale, l’Ospedale Maggiori di Chieri (TO), anche qui seguono 24 ospedali del centro-nord con la proporzione 4 centro e 19 nord e al 24esimo posto il Miulli di Acquaviva delle Fonti.
Per quanto attiene all’area perinatale, conviene sorvolare, altrimenti le donne ci penseranno non una, ma ben cento volte prima di affrontare una gravidanza nel meridione d’Italia.
La coperta è corta, ne siamo consapevoli, ma nemmeno ci sembra giusto che venga tirata da una parte sola.
Consoliamoci, potevamo nascere in Burkina Faso. Chissà, è davvero una consolazione?
