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sabato, 20 Aprile 2024

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«Il paese muore… ma si festeggia S. Donato»

Palazzo ComunaleMentre si aggravano le condizioni socio-economiche della popolazione, nel paese di San Bartolomeo in Galdo continua inesorabile il calo demografico.

Le famiglie, quelle che possono, si adoperano per investire e/o trasferirsi in altre zone; le poche attività commerciali si apprestano a chiudere i battenti, incassi sempre più magri, costi di gestione (tassa rifiuti) sempre più alti rispetto ai comuni limitrofi; gli anziani, ignorati e costretti a lottare per vivere con dignità, subiscono la politica sociale dell’Amministrazione che sottrae soldi, alla già magra pensione, per poi spenderli in fantomatici progetti; i giovani, con un presente ed un futuro sempre più incerto o dalle tinte non proprio rosee, si bivaccano tra la speranza di una emigrazione e/o di un impiego precario/sottopagato e/o di una promessa dall’amministratore e/o politico spregiudicato di un sicuro posto di lavoro (sarà questa la ricetta di chi vuol conservare il potere?).
Grazie a chi si adopera per coinvolgere la comunità dei giovani in attività culturali, affinché i giovani sopravvivano a queste indegne condizioni e che comprendano la necessita di una partecipazione attiva alla vita politica del paese.
La mitica Piazza Garibaldi appare in tutto il suo degrado, dopo la morte degli anoressici “fiorellini” che, poco tempo fa, erano stati appoggiati nelle aiuole degli alberi, forse nel tentativo di aggraziarli da parte del Comune (non sappiamo quanto ci sono costati e se erano primule o orchidee o se diventeranno, spuntando nelle fatture che saranno presentate all’incasso, “altri debiti fuori bilancio”). Piantine, ahimè trapassate per mancanza di acqua, morte per calpestio umano oppure bruciate dagli acidi bisognini dei numerosi cani randagi che vagano per il centro del paese. La Piazza, una volta simbolo di comunione di valori sociali, espressione di orgoglio e di appartenenza ad una comunità, salotto di conversazione, appare sempre più deserta con locali chiusi per attività cessate, cartelli con la scritta “Vendesi” e anche qualche temeraria “Affittasi” (verrebbe da chiedersi a chi e per fare cosa); tranne un locale dove nelle vetrine ancora permangono affissi, forse più per un senso di nostalgica malinconia che altro, manifesti con il simbolo del partito di Mastella.
In tale scenario, con un paese dove tutto è solo al ribasso tranne la tassa rifiuti, con un ospedale scandalosamente in costruzione da 50 anni e di cui a breve dovrebbe tenersi la funzione funebre e destinarlo a cronicario (sarà l’ennesima beffa?); con l’occupazione che cala; con i servizi che mancano e aumentano di costo; con le aziende in crisi di mercato; con gli artigiani diventati categoria pressoché estinta; persino gli agricoltori snobbano sempre più il paese, se ne incontrano sempre meno anche al mercato domenicale. Le emigrazioni aumentano, le nascite sono poche rispetto ai funerali che, purtroppo, sono continui, tanto che in alcuni giorni al cimitero c’era la fila delle sepolture, una funzione dietro l’altra. Il calo demografico è inarrestabile!
In tutto questo quadro allarmante, qual è il “contributo” fornito dall’Amministrazione comunale del sindaco Donato Agostinelli?
Il Sindaco, appoggiato dai fedeli consiglieri di sempre, dal Vicesindaco ed ora anche da un consigliere che, sebbene non eletto nella lista di minoranza, è approdato, dopo qualche anno a seguito delle dimissioni di alcuni consiglieri di minoranza, in Consiglio comunale abbandonando la sua lista di opposizione e aderendo, attraverso il voto a favore di pressoché tutti i provvedimenti, all’Amministrazione Agostinelli.
Tale “contributo” come potrà manifestarsi?
Il Comune è in forte crisi finanziaria, l’ente Comune nell’approvare il bilancio di previsione 2008, secondo quando espresso dai pareri del responsabile finanziario e dal revisore dei conti non avrebbe la copertura finanziaria per accedere alla richiesta dei mutui.
Nonostante ciò, l’amministrazione Agostinelli, attraverso “strategie contabili” iscrive delle entrate in bilancio che non vengono riconosciute dal revisore contabile e dal responsabile finanziario, ed approva il bilancio di previsione per poter chiedere e farsi finanziare la richiesta di mutui, pari finora a circa 4.000.000 euro. Questa operazione comporterà inesorabilmente un ulteriore aggravio in bilancio della spesa corrente per gli anni futuri (parliamo dei prossimi trenta anni) di 800.000 euro l’anno, contro gli attuali 300.000 euro/anno.
In previsione a ciò, il 60% delle entrate correnti future dell’Ente dovrà essere impegnato a coprire i mutui contratti dall’amministrazione Agostinelli.
Questi soldi serviranno per coprire debiti contratti dall’Amministrazione o per realizzare opere pubbliche? Questo non è dato saperlo vista l’intrigata matassa della gestione finanziaria dell’Ente.
Ci sarà qualcuno in grado di mettere ordine su questo Ente?
I cittadini più sensibili lo sperano per non pagare sempre per gli errori di amministratori che non operano con “la diligenza del buon padre di famiglia!”.
Il contributo sarà quello di lasciare in eredità alla collettività il peso del debito pubblico che inevitabilmente ricadrà e sarà pagato dai cittadini di San Bartolomeo.
I cittadini, come è successo per la tassa di smaltimento rifiuti, si troveranno sempre meno servizi ma più tasse, imposte locali e costi delle tariffe sempre più salate a fronte di controprestazioni sempre più scadenti. Un altro “contributo” meno apparente ma ancora più subdolo potrà essere quello della prassi del riconoscimento dei “debiti fuori bilancio”, la stessa dizione lascia intendere tutta la loro perniciosa pericolosità, senza trascurare le tante “transazioni” attuate ed in corso di accordo in cui compaiono, con molta frequenza, quasi sempre le stesse ditte e gli stessi avvocati. Occorrerebbe prima, durante e dopo controllare con molta diligenza e responsabilità i lavori pubblici eseguiti, le opere fatte, le forniture effettuate, e se queste sono state realizzate come prevede la legge a regola d’arte, cercando di economizzare, razionalizzare e risparmiare su tutto ciò che è possibile fare.
Ma questo è nel principio del buon padre di famiglia, cosa che non sembra ispirare l’azione di uno solo degli amministratori di maggioranza.
Sinora, interventi proficui, a seguito di trasparenti procedure, diretti a soddisfare gli interessi pubblici, a soddisfacimento dei bisogni della collettività e di tutta la cittadinanza non è dato vederne da parte di questa Amministrazione. Le opere vengono solo decantate nei programmi elettorali, in qualche manifestino che di tanto in tanto viene affisso e nelle programmazioni triennali paragonabili a veri e propri libri dei sogni ad occhi aperti. Eppure il “ceto” degli ingegneri, architetti, geologi, geometri, periti, che ruota intorno alla galassia Comune, continua a sfornare progetti di cui è quasi certa la irrealizzabilità, studi di fattibilità e di pre-fattibilità per opere che non saranno mai e poi mai realizzate, ma vanno bene così, quanto basta “a fantasia” per accedere ai contribuiti e avere la possibilità in futuro di farsi pagare la propria parcella.
È la politica dei progetti dei “tratturelli”, “tratturi” e “aree di sosta per le greggi in transumanza” (è da molti anni che non si vedono passare pecore), “bonifiche” costanti all’asse del fiume Fortore (per fortuna che non ci sono altri fiumi), per ovviare a questa carenza una volta si bonifica il lato destro, una volta la sponda sinistra e poi quando l’acqua che è già poca finisce, nessun problema, si passa alla sistemazione e messa in sicurezza dei valloni.
È scandaloso pensare che nel 2008, San Bartolomeo in Galdo è privo di idonea rete fognaria e di impianto di depurazione. È semplicemente vergognoso. Le acque reflue urbane e non scorrono più o meno superficialmente da tutti i lati del centro abitato, senza subire alcun trattamento, per giungere tramite vari dedali a valle nel fiume Fortore che, con le sue dolci acque, alimenta la diga di Occhito. Eppure i cittadini sono chiamati a versare con la bolletta dell’acqua alla società che gestisce la rete idrica somme per la depurazione (che non c’è), come sembra non essere stato costituito, presso il Comune di San Bartolomeo in Galdo, apposito fondo vincolato dove dovrebbero confluire le somme incamerate per la realizzazione di tali impianti di depurazione, ad oggi dovrebbe essere una bella cifra visto che la fascia unica-depurazione ammonta a circa il 24% dell’importo totale delle fatture dei consumi idrici. Gli unici lavori che ci è dato ultimamente vedere sono in corso di realizzazione, vicino alla casa del …, consistenti in impianti fognari che poi scendono nei terreni privati a zig- zag, allacciando questa o quella casa, a seconda di quale criterio non è dato saperlo, sistemazione di slarghi e strade nuove in corso di realizzazione vicino al capannone di famiglia, ove dietro troneggia una enorme catasta di legname.
Certamente, facciamo al sindaco Donato Agostinelli gli auguri di buon onomastico, e che possa riflettere e illuminarsi per questa collettività; con spirito religioso, insieme, rivolgiamo una preghiera a San Donato perché interceda.

Leonardo Pappone
consigliere comunale indipendente
da "Il Sannio Quotidiano" del 07/08/08

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