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Don Iampietro ai sindaci del Fortore: ‘Chiudere le guardie mediche è fantasia perversa, impeditelo!’

ImageDon Franco Iampietro, parroco di San Bartolomeo in Galdo, rivolge un accorato appello ai sindaci dei Comuni del Fortore affinché si impegnino per scongiurare la chiusura dei presidi di guardia medica presenti sul territorio. Il sacerdote, infatti, ricorda che sono l’unico punto di riferimento in caso di emergenza in quanto non esistono altre strutture sanitarie nonostante i vertici dell’Azienda Sanitaria Locale avessero promesso l’apertura dell’ospedale di San Bartolomeo a partire dal 1° gennaio 2009. Don Franco torna a chiedere di attivare il presidio per i problemi infrastrutturali del territorio fortorino che presenta difficoltà di collegamento con il capoluogo. Di seguito la nota integrale. 

 

 

“L’Asl sta per chiudere alcune guardie mediche”. Questa è la notizia che ultimamente si sente ripetere da più parti. Cosa c’è di vero? E’ una diceria infondata? Un timore ingiustificato? Non è troppo assurdo per essere vero? O è veramente una sciagurata intenzione? Ci si augura che sia un falso allarme, ma come dice il saggio proverbio: chi si è scottato con l’acqua bollente, ha paura pure dell’acqua fredda. E questa popolazione si è già ben scottata, è piena di ustioni! Questo appello rivolto ai sindaci del Fortore, per forza di cose, ha solo carattere preventivo (ma i medici ci hanno insegnato che è meglio prevenire che curare!): Non permettete, in nome delle popolazioni che rappresentate, la chiusura di nessun presidio di guardia medica su questo disgraziato territorio! 

Ci vuole coraggio e una fantasia perversa per concepire un progetto del genere: nei nostri paesi le guardie mediche ricevono in media tre chiamate a domicilio ogni notte; sono l’unico punto di riferimento in caso di emergenze, di malori, di infortuni ecc. Chi li sostituirà? I malati e i tanti anziani a chi si rivolgeranno? All’Ospedale di San Bartolomeo? Allo PSAUT? Avevano promesso e assicurato che questo fantomatico servizio avrebbe aperto il primo gennaio scorso. Questo i dirigenti dell’Asl avevano affermato con decisione nelle interviste concesse alla Rai e a Mediaset. Non se ne sa più nulla e non si avverte neppure il dovere di fornire una spiegazione o chiedere scusa. 
Proviamo a immaginare quali saranno i motivi addotti per giustificare la soppressione di questo ultimo servizio. Probabilmente il famigerato ‘rapporto numero abitanti – medico’ e, non manca mai, ‘problemi di bilancio’. Ci diranno che il rapporto abitanti – medici è inferiore che altrove, esempio Valle Telesina ecc. Ma ci si dimentica due cose essenziali: qui si parla di persone umane nel bisogno e non di numeri statistici. Un solo infortunato grave non soccorso è già una tragedia, non ne occorre un numero proporzionato per essere tale! Secondo: altrove, esempio Valle Telesina, quanto impiegano per raggiungere un ospedale? Un quarto d’ora, venti minuti, mezz’ora? 
Dalla Val Fortore (con ottime condizioni di tempo) non si impiega meno di un’ora e mezza. Possibile che questi ‘piccoli’ particolari sfuggano sempre ai tanto esperti programmatori del Servizio Sanitario? E veniamo agli immancabili ‘problemi di bilancio’: si gestisce il servizio sanitario come una ‘Azienda’ ma il criterio ispiratore della logica aziendale è il profitto, qui si tratta della salute e della vita delle persone; può valere lo stesso criterio? La logica aziendale andrebbe usata, ma per controllare ad esempio l’orario di ingresso e di uscita dei dipendenti, le effettive ore di lavoro di dipendenti e dirigenti, le spese correnti e relativi sprechi, le modalità di appalti, forniture, prezzi ecc.: possibile che si può risparmiare solo tagliando i servizi ai cittadini? 
Sarebbe utile e proficuo un confronto su questi temi, ma mancano gli interlocutori. Nei mesi scorsi si è tentato con pignola insistenza di invitare a San Bartolomeo in Galdo il presidente della Regione e l’assessore regionale alla Sanità per un confronto – dibattito. Dopo mesi di rinvio l’invito è stato declinato. Perché? Per timore? Si erano date tutte le garanzie che sarebbe stato un confronto civile! Per i troppi impegni? Non vorrei si liberassero solo in occasione della campagna elettorale! In tal caso gli consiglierei di evitare questa zona! (E’ solo un consiglio amichevole e disinteressato). E allora ci rivolgiamo ai sindaci che vivono nel territorio e condividono con le loro popolazioni queste difficoltà: fate sentire forte la vostra voce; non cadete nel tranello che vi induce alla guerra fra poveri: o ‘vincono’ tutti i paesi del Fortore o abbiamo perso tutti! 
In tutti i paesi deve rimanere la guardia medica; non è un lusso superfluo, è necessaria. Non è un privilegio, è un diritto sacrosanto. Signori sindaci mettete in campo tutto il vostro potere contrattuale: qui è ‘cosa buona e giusta’ far valere le amicizie politiche; gli scambi di partito, ecc. (lo sapete fare con tanta efficacia in altre situazioni!). E’ un vostro dovere non consentire che i vostri concittadini più deboli, ammalati e anziani, vengano privati anche di questo servizio essenziale. Grazie per quello che farete!
Ci si augura che sia solo un falso allarme, un timore infondato, ma se il pericolo è reale, il Fortore questa volta non dovrà subire in silenzio e con rassegnazione. E’ ora di dire che la misura è colma, si sta esagerando. E’ ora di chiedere conto ai responsabili del proprio operato, con forza e senza sconti”.
"ILQUADERNO.IT" 3/3/09 

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