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La mostra di Rosapane: tra cubismo e incubo

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Chi sarà nei dintorni di Roma il 15 settembre avrà la possibilità di seguire l’inaugurazione della mostra personale di Fulvio Rosapane alla Galleria de’ Serpenti alle ore 18.00.

Con questa esposizione il maestro irpino mostrerà al pubblico alcune delle sue opere più recenti, 23 dipinti per la precisione, che non mancheranno di incantare e colpire il visitatore.

Sfruttando l’ingresso libero, il pubblico potrà cogliere l’occasione per un giro nella cultura dell’artista di Avellino, classe 1945, che è pittore oltre che scultore. A distinguere le sue opere scultoree è una rappresentazione che coniuga la staticità alla dinamicità, con figure che sembrano spesso oniriche e ferme ma da cui pare che qualcosa cerchi di sfuggire, la trasformazione materiale degli incubi con quello che potrebbe sembrare un richiamo ai racconti lovecraftiani. Questa caratteristica, che si  evidenzia nella scultura, mantiene una certa indeterminatezza anche nel disegno, che richiama però molto il cubismo tramutandolo in qualcosa di diverso e sfruttando sempre quella sensazione di onirico che già distingue le sue opere tridimensionali.

Mara Famularo, curatrice della mostra assieme a Barbara Rosapane, descrive il lavoro del maestro in questo modo, “nell’osservare le opere di Rosapane, c’è qualcosa che lo spettatore riconosce immediatamente e inspiegabilmente come familiare. L’indistinto, la volontà di non distinguere le figure l’una dall’altra, di non isolarle dallo sfondo, di non inquadrare quello che stanno facendo, l’ossimoro tra movimento e immobilità. La deformazione come costante, come vittoria dell’elemento soggettivo su quello realistico, per la quale l’identità dei personaggi non è attribuita con chiarezza quanto piuttosto intuita. L’assoluta libertà dell’immaginazione, intesa come capacità di rielaborare elementi noti e quotidiani in modo da farli risultare inconsueti, strani, stupefacenti, eppure sempre leggibili e familiari, e che spesso prende lo slancio da miti letterari di vasta risonanza. Le immagini dipinte di Rosapane hanno, in una parola,  la stessa prepotente soggettività di un sogno.”

Fulvio Rosapane già a 8 anni frequentava la bottega d’arte del maestro De Iorio. L’amore per l’arte lo ha spinto a iscriversi all’istituto artistico del capoluogo irpino, andando a sviluppare la propria inclinazione nei confronti dell’arte decorativa e sviluppando la propria capacità nella ceramica, con cui vincerà anche diversi concorsi nazionali. Nel mondo della scultura ha avuto un breve excursus classicistico con la realizzazione di una statua bronzea di Leonardo Bianchi situata nella piazza del municipio di San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento.

L’occasione per vedere alcune delle sue opere è più che ghiotta. Lasciatevi guidare dal sentimento e dal cuore durante la visita, lasciate che le emozioni dei quadri possano penetrarvi nella pelle e trasmettervi sensazioni: in quelle figure deformate, in quegli incubi, si potranno trovare tracce di una ricerca di libertà agognata, un tocco di positività in un ambiente generalmente ostile.

Gianfranco Broun

da “l’altrapagina.it” del 15/09/2010

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