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Consulta ‘Fortore vivo’, ecco stralci del verbale della prima assemblea

Postiamo alcuni stralci del verbale dell’assemblea che si è tenuta a San Bartolomeo sabato 5 novembre e organizzata dalla neo Consulta popolare permanente “Fortore vivo” sulla vicenda del dimensionamento della rete scolastica 

In apertura di seduta il presidente del Forum dei Giovani di San Bartolomeo, Matteo Agostinelli “evidenzia i risultati ottenuti dalla prima delegazione della nascente Consulta, che, ha incontrato il Commissario prefettizio dott. Vincenzo Lubrano il giorno mercoledì 2 novembre 2016 riuscendo ad ottenere una completa revisione della precedente delibera nella direzione di una tutela dello status quo per le istituzioni scolastiche presenti nel comune di San Bartolomeo in Galdo: l’IC “Leonardo Bianchi” e l’ISS “Medi-Livatino”.

Prende la parola Antonio Vinciguerra il quale torna brevemente ad illustrare, a grandi linee, l’intera vicenda ab initio, in modo da offrire, anche ai nuovi convenuti rispetto alla volta precedente, un quadro chiaro delle ragioni che hanno spinto i promotori della Consulta a raccogliere le doglianze della cittadinanza e dei rappresentanti dell’Istituto comprensivo “L.Bianchi.
“Le delibere di Giunta di San Marco, Circello, Colle e Baselice determinerebbero un indebolimento complessivo delle istituzioni scolastiche nel Fortore, qualora dovessero attuarsi formalmente cosi come formulate, prevedendo la verticalizzazione per tutti gli istituti di ogni ordine e grado di San Bartolomeo e la istituzione di un polo di scuole superiori centrato su San Marco dei Cavoti, paese quest’ultimo pienamente collocato geograficamente nel Tammaro e dunque lontano dalle esigenze del Fortore (…)”.
Relaziona Carmine Donato Vinciguerra il quale ricorda la centralità storica di San Bartolomeo in Galdo nella valle del Fortore, rispetto ai comuni limitrofi, sia sul versante campano che su quello pugliese e molisano. 
Si fa riferimento al fatto che le realtà collocate sulla direttrice viaria che collega il capoluogo provinciale a San Bartolomeo, vedi Foiano Valfortore, hanno resistito meglio al forte spopolamento che ha interessato, invece, comuni come Castelvetere, che ha visto anche un travaso innaturale della propria popolazione scolastica verso Colle Sannita, comune a sua volta collegato mediante due sistemi viari al capoluogo: la “Fortorina” e la statale Benevento-Campobasso. 
Secondo Vinciguerra occorre lottare per mantenere e sviluppare i servizi pubblici e sociali in tutti i paesi della Valfortore per far sì che si accresca la rilevanza dell’unica area della provincia ancora fondamentalmente isolata a livello viario dal Capoluogo. 
Vinciguerra riporta che il depauperamento notevole subito negli ultimi decenni dalla Valfortore fa sì che sia impossibile per i giovani, pensare di restare e dunque anche la stessa preparazione scolastica orienta inevitabilmente verso l’abbandono del territorio; per cui ci si ritrova col triste paradosso che proprio le zone interne che hanno fatto l’Italia vanno a finire ed i paesi più piccoli vanno a scomparire.
Il Vinciguerra si relazione con il consigliere provinciale Giuseppe Ruggiero facendo l’esempio del Comando dei vigili del fuoco di San Marco dei Cavoti: ormai è evidente che il preFortore (Molinara, San Marco) risultano collegati in modo rapido col capoluogo della provincia (circa 15 minuti), allora che senso ha rafforzare le istituzioni scolastiche ed i presidi dello Stato su di un territorio, che ha ricevuto altri benefici in termini di viabilità a noi della Val Fortore sconosciuti? Egli lancia dunque la proposta al Ruggiero di richiedere formalmente il trasferimento dei vigili del fuoco a Foiano, paese quest’ultimo sicuramente centrale e ben collegato rispetto agli altri paesi nella macroarea del Fortore.
Fa eco al Vinciguerra Ruggiero che interviene a sua volta, e che basa il proprio intervento sul fatto che, allo stato attuale, i comuni del pre-Fortore (San Marco dei Cavoti, Molinara ecc) godono di un asse di penetrazione migliore verso il capoluogo, dunque si configura, per le istituzioni scolastiche insistenti in tali territori, uno inevitabile spostamento di popolazione scolastica verso Benevento (…).
Il vicesindaco di Foiano inoltre contesta, “il fatto che così pochi comuni, possano esprimersi tramite delibere di Giunta senza una necessaria discussione in consiglio comunale, su una questione che deve essere decisa globalmente; egli fa la considerazione che bisogna battere sul fatto che ormai, con mezza fortorina realizzata, il collegamento tra San Marco e Benevento, avviene in appena 12 minuti. Quindi è necessario riportare i presìdi sul territorio del Fortore vero. Ma come si riduce l’esodo da San Bartolomeo se in 9 anni si sono succedute tre amministrazioni, due delle quali sfiduciate e la terza che non ha voluto/potuto riproporsi?”.
(…) Il messaggio finale del Ruggiero è che bisogna tornare a rivendicare una posizione centrale per San Bartolomeo senza pretenderla restandosene con le mani in mano; è necessario tornare a fare rete nella Valfortore, recuperando i rapporti con i paesi vicini.
Interviene il prof Luigino Iarossi di Castelvetere il quale ricorda la costante perdita di identità dei cittadini della Val Fortore (ci siamo fatti scegliere e invece dobbiamo sceglierci noi!). 
Egli lamenta lo stato di abbandono in cui versano i collegamenti tra San Bartolomeo e Castelvetere rendendo praticamente impossibile per un castelvetrese mandare i propri figli a studiare a San Bartolomeo (si ricorda che a Castelvetere ormai manca la scuola media e gli alunni sono costretti a raggiungere Colle Sannita al termine della scuola dell’infanzia) (…).
Interviene il prof Benito Pacifico che rincara le parole di Iarossi dicendo che San Bartolomeo, da solo, non va da nessuna parte, dunque bisogna fare rete in un’ottica di Valle.
(…) Interviene Carmelo Paolozza, rappresentante dei genitori dell’IC Bianchi e ricorda la storica mancanza di identità del Fortore: vi sono 5 paesi del Fortore beneventano la cui popolazione scolastica è spalmata su 4 Istituti Comprensivi diversi dunque esiste un problema di fondo di mancanza di lungimiranza. Si auspica il rientro in un unico comprensivo della Val Fortore di tutta la popolazione scolastica afferente a questo bacino territoriale.
Ancora, il prof Tonino D’Ariano Agrario richiama l’attenzione sul fatto che senza nessuna politica di sviluppo e di indirizzo rischiamo di perdere il nostro Istituto professionale per l’agricoltura (IPA); si sbaglia a sottovalutarlo ogni volta. L’IPA è un Istituto realmente orientato verso il territorio ed andrebbe potenziato in un momento come questo di forte crisi lavorativa nelle nostre aree.
 
(…) Di nuovo Ruggiero che consiglia alla nascente Consulta di proporre ed elaborare un’idea per la viabilità e dei collegamenti da sottoporre ai futuri amministratori. (…) Ruggiero infine affronta il tema della Immigrazione dai paesi del nord-Africa. Dice che a breve ci investirà questo problema e noi non siamo pronti. 
 
Fonte blog di Antonio Bianco

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