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giovedì, 25 Aprile 2024

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SBiG resiste (per ora) contro l’assalto dei giganti dell’eolico

Sembra una storia scritta da Goscinny, invece è la realtà. Nel meridione d’Italia aggredito da pale eoliche, in quella Valfortore dimenticata da tutti, ma non dai giganti dell’eolico, in quei crinali deturpati da ferri piantati nel terreno come chiodi negli arti di Cristo, in quel lembo di terra in cui si è contro l’eolico quando non si è nelle amministrazioni per poi diventare tutti a favore della green energy, come se noi che ci opponiamo all’ennesimo sfregio della nostra Valle fossimo a favore del nucleare, c’è un piccolo borgo che resiste e che grazie alla pozione magica di Panoramix (Legambiente Valfortore, Marco Sullo, Gruppo Consiliare di Alleanza Popolare, Settore tecnico comune di San Bartolomeo in Galdo, WWF Sannio) riporta una nuova vittoria contro lo strapotere dell’Impero Romano (Irpinia Vento).

La società Irpinia Vento presentò un progetto per 16 pale eoliche sul crinale che va dalla Cappella a Taglianaso, poi ridotto a 4 pale eoliche ed infine rivisto a 3. Tre aerogeneratori di circa 200 metri innalzati a poche centinaia di metri dal paese.

Anche a seguito delle osservazioni elaborate dai soggetti soprascritti, la Regione Campania ha assoggettato il progetto di 3 aerogeneratori eolici della Società Irpinia Vento a Valutazione di Impatto Ambientale integrata con la Valutazione di Incidenza.

Chi volesse leggere le osservazioni di Marco Sullo, del nostro Settore Tecnico, o di Legambiente Valfortore può farlo a questo link:

http://viavas.regione.campania.it/opencms/opencms/VIAVAS/VIA_files_new/Progetti/prg_8874_prot_2020.612338_del_22-12-2020.via

Noi riportiamo due passaggi simpatici contenuti nello scritto della Regione Campania a firma dell’avv. Simona Brancaccio.

La Commissione della Regione Campania rileva che nella richiesta del proponente a pag. 33 si asserisce che “ricadono nel buffer della gittata due strade catastalmente censite (figura 8), ma che di fatto risultano essere carrarecce in terra battuta percorse solo sporadicamente dai mezzi agricoli”.

Ogni torre eolica ha uno spazio di sicurezza o di separazione (buffer) che tutela l’incolumità pubblica da eventuali rotture dell’impianto. Nel caso di specie, l’azienda dice che lo spazio buffer è attraversato da due strade, ma in realtà sono carrarecce e solo sporadicamente vi transitano mezzi agricoli, come dire, che bisogna essere proprio sfortunati per beccarsi una pala in testa. Difatti, la Commissione ribatte in primis che senza documentazione fotografica e senza uno studio sul traffico, si può dire qualsiasi cosa, anche che un’autostrada è una carrareccia, in secundis che “non è da escludere che l’impianto proposto possa arrecare danni alla salute pubblica per distacco accidentale di una pala”.

Il secondo passaggio lo ritroviamo nel parere riportato in toto della Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Benevento e Caserta.

La Sovrintendenza scrive: “È da considerare inoltre che San Bartolomeo in Galdo è l’unico comune ancora libero dagli insediamenti di parchi eolici, quasi come un’isola ancora non compromessa e incontaminata, pertanto sarebbe opportuno fare una riflessione in merito e valutare se è il caso compromettere anche quest’unico territorio del Fortore dal contesto naturalistico ancora intatto e libero”.

La Sovrintendenza scrive in sintesi ciò che è contenuto nelle osservazioni di Marco Sullo: “L’aspetto più importante che la Regione Campania dovrebbe a mio parere valutare è proprio il contesto ambientale. Come detto San Bartolomeo è l’unico comune dell’alta valle del Fortore a non ospitare grandi impianti eolici. E’ proprio questa la risorsa ed il potenziale che deve necessariamente essere tutelato. Mentre infatti i vicini comuni di Baselice, Buonalbergo, San Giorgio Molara, Montefalcone Valfortore, Ginestra degli Schiavoni, Castelfranco in Miscano, Molinara, San Marco dei Cavoti, Colle Sannita, Castelpagano, Castelvetere Valfortore (per limitarci alla provincia di Benevento) ospitano centinaia di turbine eoliche installate negli anni e che hanno conseguentemente modificato il paesaggio in modo fortemente impattante, lo stesso non è avvenuto a San Bartolomeo. Certamente non può continuare ad essere considerato preminente l’interesse alla produzione di energia pulita. Basta opportunamente richiamare il dissenso espresso dalla provincia di Benevento in relazione a progetti in itinere presso la Regione per chiarire questo assunto”.

La lotta è impari, ma per ora Davide (San Bartolomeo) sta avendo la meglio su Golia (I giganti dell’eolico).

Cingolani al Ministero dell’Ambiente non è una buona notizia, ma proveremo a resistere anche a lui.

Infine alcuni dati, per chi dovesse obiettare che siamo contro la green energy, noi diciamo solo che le nostre zone ed il Sud dell’Italia hanno già dato ed i dati riportati lo confermano: “Nelle Regioni meridionali risultano installati l’89,7% della potenza eolica nazionale e l’87,4% del parco impianti in termini di numerosità. La Regione Campania è la terza Regione con maggior potenza installata, circa 1,27 GW, e circa il 90% delle installazioni si trovano nelle province di Avellino e Benevento, aree dove la risorsa eolica è maggiore e dove si sono maggiormente concentrati gli investimenti, fin dagli esordi del settore. Vi è dunque sempre secondo le indicazioni della provincia di Benevento necessità: “di un riequilibrio energetico tra le province della Campania”- “un opportuno approfondimento dell’opzione zero, in quanto le zone interne hanno subito, e continuano a subire, un indiscriminato assalto da parte degli impianti eolici senza ricadute rilevanti in termini occupazionali”- “di evitare l’acuire del divario tra zone interne e costiere, laddove vengono privilegiati gli investimenti produttivi e di qualità nelle aree più popolose mentre tali installazioni (impianti eolici) si prevedono nelle aree più marginali ed emarginate con i conseguenti effetti di incremento dell’inurbamento e dell’acuirsi della desertificazione, che affligge la nostra Provincia

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