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SBiG 1985: dolore e commozione

Fu un dicembre freddo quello del 1984. Nevicò e quella neve gelò. Ricordo che a Badricc intervennero gli operai della forestale armati di zappe per rompere il massiccio strato di ghiaccio che s’era formato. Noi bambini, con vecchi coperchi di cucine e pibigas, dall’inizio del quartiere trasportavamo questi mattoni ghiacciati giù al macchio per costruire un enorme igloo. Anche gennaio fu un mese freddissimo, il nostro grandissimo meteorologo di fiducia il dott. Vinciguerra, era appena in fieri nel ventre materno, altrimenti vi avrebbe descritto “la situazione sinottica, a 500 hPa, che causò questo evento”. Io mi limito a dirvi che faceva freddo, il gelo attanagliava l’Italia e non risparmiava SBiG. Il 13 gennaio le temperature scesero ancor di più. I fuochi venivano accesi all’alba e i bracieri ardevano fin dalle prime ore del giorno. I termometri continuarono a scendere, fino a toccare punte di -11° in Valfortore.

Il colonnello Baroni parlò di evento catastrofico affermando che la situazione barica è identica a quella delle prime due decadi di febbraio del 1956, quando Roma ebbe 10 giorni di neve, anzi, i divari barici sono ancora peggiori. I meteorologi sono preoccupati, perché nel 1976 hanno provato che i cicli di Milankovitch sono esatti. Ogni 100 mila anni c’è un’Era Glaciale, seguita da 10 mila anni di interglaciale, e, adesso, questo periodo è finito. Basterebbe un’Estate fredda, non in grado di sciogliere tutta la neve dell’inverno, e ciò potrebbe costituire una ottima “memoria” per creare un altro inverno rigido. Una serie di 2-3 inverni rigidi potrebbe essere in grado di innescare una nuova glaciazione!”.Insomma, 30 anni fa in questi giorni faceva davvero freddo a SBiG, nessuno si sognava di parlare di Effetto Serra, surriscaldamento del pianeta, scioglimento dei ghiacciai e chi più ne ha più ne metta.Anche in una piccola fattoria rurale sita in contrada Malanotte (il direttore Del Re in un suo articolo scrisse: “Anche il nome della contrada sembra fatale”) faceva freddo e per riscaldarsi un po’ oltre al camino, si usava il braciere. E proprio un braciere trasportato nella camera da letto di tre giovani ragazze, esalando monossido di carbonio, fu loro fatale. Era il 16 gennaio 1985, si compì così la più grande sciagura che nei tempi recenti ha colpito la nostra piccola comunità. Ci lasciarono le tre sorelle Circelli: la giovanissima Carmelina, l’adolescente Maria e la piccola Silvana.Il rito funebre fu officiato da Mons. Carlo Minchiatti Arcivescovo di Benevento, furono proclamate tre ore di lutto cittadino. Tutta la comunità si strinse intorno alla famiglia Circelli. Se chiedete in giro alle persone più anziane vi diranno che quel giorno, durante le esequie vi erano un buio e un silenzio irreali. Il corteo funebre che dalla Chiesa Madre raggiunse il cimitero era un unico, lunghissimo serpentone umano. Ricordo le tre carrozze mortuarie che lentamente, sotto sparuti fiocchi di neve e un freddo glaciale non solo meteorologico, accompagnarono Silvana, Maria e Carmelina nel loro ultimo viaggio.

L’Italia ricorda l’inverno del 1985 come uno dei più freddi della sua storia, noi di SBiG lo ricordiamo anche come come uno dei più tristi.

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