E’ appunto in S.Bartolomeo antico che rivive lâimmagine dei cacciatori e del lupo. Erano gli anni â30, il vecchio, terribile e famelico lupo aveva seminato ovunque panico e spavento. Vagabondava a zonzo per le campagne e al crepuscolo minaccioso si avvicinava ai margini del paese. Fu così che questi cacciatori decisero finalmente di dargli la caccia e, in un bel mattino dâautunno, dopo unâestenuante seguita lo stanarono da uno dei tanti nascondigli che aveva in posticino di macchia mediterranea, in località Macchio. Con alcuni colpi di lupara misero fine alle astuzie della feroce belva e legatala per le zampe, la trascinarono in piazza Garibaldi, tra gli sguardi attoniti e sbigottiti dei bambini. I cacciatori ritratti nellâimmagine, sono da sinistra: Pasquale DâAriano possidente terriero, Nicola Del Buono il calzolaio del paese, Giuseppe Pepe fratello a Monsignor Giovanni che diede lâIstituto del Calvario alle Suore della Carità , Vincenzo la Vecchia un muratore e Costantino Tomaselli albergatore.
Il lupo a quei tempi era considerato nocivo e, ne era premiato con denaro lâabbattimento. à questa lâimmagine raccontata, sembra una novella, ma è un pezzettino della nostra storia.