Al MovimentoCulturale e Politico Indipendente “Giovani per San Bartolomeo”
e, per conoscenza:
Ai sigg.ri Amministratori del Comune di San Bartolomeo in Galdo
A tutta la Cittadinanza di San Bartolomeo in Galdo
Cari giovani,
in riferimento alla vostra nota (Prot. del Comune di San Bartolomeo in Galdo n. 0006335) del 13 luglio scorso, ritengo doveroso precisare quanto segue: Innanzitutto, va chiarito il significato di “FOS”. La FOS, letteralmente “frazione organica stabilizzata” non è altro che la parte organica del rifiuto urbano, rappresenta scarti vegetali (frutta, verdura), animali (carne, pesce), resti di mensa (pasta, pane) e tutto ciò che di putrescibile ognuno di noi normalmente e quotidianamente getta nel “sacchetto” dei rifiuti, separato con un procedimento meccanico dal resto del rifiuto stesso e sottoposto ad un processo di “compostaggio” in condizioni aerobiche. In termini molto semplici il sacchetto che ognuno di noi getta quotidianamente nel contenitore, costituito da varie frazioni (frazione organica, plastiche, carta, vetro, metallo, ecc…), viene sottoposto – presso gli impianti di produzione CDR – ad un trattamento meccanico di triturazione e successiva vagliatura che consente di separare grossolanamente una frazione secca che va a costituire il CDR (combustibile derivato dai rifiuti), pressato e stoccato in balle (le famose “ecoballe”) ed una frazione “umida” o organica che viene sottoposta ad un processo di compostaggio assolutamente analogo a quello che viene utilizzato per produrre il “compost” di qualità usato come fertilizzante organico. E’ ovvio che, trattandosi di un procedimento meccanico di separazione grossolana, la frazione secca non è completamente “secca”, ma contiene comunque un quantitativo di sostanze organiche (contenitori, carta e plastiche sporche, sostanze vegetali, quali foglie e rami, ecc…) ed analogamente la frazione organica non è completamente “organica” in quanto contiene pezzetti di carta e plastica, residui metallici, quali piccole scatolette e simili, frammenti di vetro e cosi via. La frazione organica viene sottoposta ad un procedimento di compostaggio, del tutto analogo ai processi di degradazione che avvengono in natura sulla sostanza organica (e che in molte realtà contadine vengono normalmente utilizzate per produrre fertilizzanti in modo artigianale dallo stallico edai residui organici e vegetali), ovviamente utilizzando dei procedimenti e delle attrezzature per rendere il processo il più rapido possibile: tale frazione organica, infatti, viene ammassata in cumuli al di sotto di un capannone con temperatura costante, viene insufflato di ossigeno, al fine di accelerare i processi di fermentazione e la formazione dei batteri responsabili di tali processi e viene periodicamente rivoltata. Alla fine del trattamento (per il quale non viene utilizzato alcun prodotto chimico), la cui durata è pari in media a 28 giorni, si ottiene una sorta di “terriccio” nerastro che non determina più cattivi odori in quanto la sostanza organica è stata completamente degradata. Tale prodotto, tuttavia, non può essere utilizzato in agricoltura proprio perché contiene una quantità troppo elevata di impurità , come già innanzi evidenziati, e pertanto, allo stato, è necessario smaltirla in discarica. E’ evidente che se il processo di fermentazione non è completamente ultimato e se non vengono eseguite le operazioni innanzi evidenziate, la FOS che ne deriva produrrà cattivi odori, in quanto contiene ancora sostanze organiche non del tutto “stabilizzate”; purtroppo è proprio quello che attualmente accade negli impianti di CDR laddove, a causa della situazione di emergenza, non si è riuscito a far completare il ciclo di fermentazione alla FOS e pertanto il prodotto che si ottiene emana cattivo odore. Da questa breve esposizione si evince come la FOS non è assolutamente “temuta” ne è da temere, in quanto, in definitiva, è la frazione meno inquinante del rifiuto urbano, costituita da sostanze organiche totalmente biodegradabili, anche se allo stato, ancora molesta in quanto produce cattivo odore. Ne, tantomeno, è possibile che tali sostanze producano diossina, così come paventato, in quanto la diossina si sviluppa dai rifiuti esclusivamente attraverso la combustione ad elevata temperatura di alcuni tipi di sostanze plastiche (combustione di sostanze contenenti doro, come, ad esempio, il PVC). Chiarito che la FOS è una frazione di rifiuto “naturale”, quindi assolutamente non dannosa per l’ambiente e la salute pubblica, ma solo, sicuramente, di gestione più complessa rispetto alla frazione secca, si precisa quanto segue: L’acquisto di un “inertizzatore” ipotizzato preliminarmente alle operazioni di conferimento da parte della Provincia di Benevento serviva esclusivamente ad abbattere i cattivi odori emessi dalla FOS non ancora completamente stabilizzata: l’inertizzatore, infatti, non è altro che una sorta di miscelatore all’interno del quale viene mescolata la FOS con calce viva ed un prodotto a base enzimatica che blocca i processi di fermentazione e quindi “inertizza” il materiale che, trattato in tal modo, non emette cattivo odore; di fatto la composizione chimica e merceologica del materiale non viene sostanzialmente modificata, quindi non vi sono particolari differenze tra prodotto trattato e non trattato; il discorso fondamentale è di mettere in condizioni l’impianto di Casalduni di produrre FOS completamente stabilizzata, quindi inerte, operando il completo svuotamento delle giacenze e mettendo in condizioni l’impianto di pervenire alla conclusione del ciclo di trattamento. Con l’ordinanza n. 115 del 01/06/2004 di autorizzazione all’esercizio del Commissariato di Governo viene stabilito che la Società pubblica IMPREGECO deve provvedere alla redazione del progetto di messa in sicurezza, sistemazione finale ed adeguamento della discarica; la società IMPREGECO ha già da alcuni giorni consegnato tale progetto esecutivo e si è in attesa che il Commissario lo approvi per dare avvio immediato ad un primo lotto di interventi. Con la stessa ordinanza il Commissario di Governo ha stabilito una tariffa provvisoria di smaltimento a proprio carico pari a â¬/Kg 0,0594, analoga a quella già stabilita in base all’accordo siglato dalla vecchia amministrazione comunale con il Commissariato per l’utilizzo della discarica (Ord. N. 71 del 24/07/2003); i ricavi sono stati vincolati esclusivamente per il 75% alla gestione dell’impianto ed al finanziamento di opere e di messa in sicurezza, sistemazione finale ed adeguamento e per il 25% (â¬/Kg 0,0143) a favore del Comune di San Bartolomeo in Galdo per esecuzione di opere pubbliche; a tal uopo il Commissario ha già anticipato al Consorzio BN3 la somma di ⬠150.000,00. La gestione dell’impianto, cosi come concordato in sede di riunione, resta affidata al Consorzio BN3, che deve rendicontare in dettaglio tutta l’attività svolta, ma con obbligo di avvalersi per la supervisione tecnica e per le azioni di controllo della società pubblica IMPREGECO, con la quale è in corso di stipula una specifica convenzione. Per le attività di monitoraggio ed analisi sia nelle attuali fasi di gestione che nelle fasi di sistemazione finale e gestione post-mortem il Consorzio BN3 ha in corso di stipula una convenzione con il dipartimento provinciale dell’ARPAC di Benevento al quale verranno affidate tali attività . E’ sicuramente vero che con la riapertura sono venuti alla luce alcuni problemi che interessano la discarica e che certamente non dipendono dai recenti conferimenti di FOS, bensì dalla gestione non corretta degli ultimi anni affidata al consorzio BN3. In particolare, nell’invaso della discarica e nella vasca adibita alla raccolta del percolato risulta allo stato un’elevata quantità , difficile da stimare, di percolato, che giornalmente si sta procedendo a prelevare e ad inviare ad impianti di trattamento autorizzati. Detto percolato liquido, prodotto dalla decomposizione dei rifiuti ed alimentato dalle piogge, non veniva prelevato da circa 2 anni e in alcuni momenti, tracimando, aveva probabilmente invaso terreni circostanti. Mi sembra, quindi, doveroso segnalare, inoltre, che il Consorzio BN3 (grazie al nuovo organo di gestione, all’interno del quale San Bartolomeo è egregiamente e degnamente rappresentato, anche con la presenza di chi vi scrive) con il coordinamento tecnico IMPREGECO ha già dato avvio ad una serie di attività ed interventi (partiti con ritardo per l’assenza dell’organo di gestione) quali, come dicevo prima, la rimozione del percolato giacente nella discarica (ad oggi sono state estratte e smaltite circa 1.500 t di percolato), eliminando il rischio di fuoriuscita dello stesso, la copertura dei rifiuti urbani giacenti nella discarica, la verifica e la sistemazione di eventuali rotture presenti nel telo impermeabile, la sistemazione della locale pesa, interventi periodici di dinsifettazione, disinfestazione e derattizzazione; entro breve tempo, inoltre, verranno avviati interventi quotidiani sulla discarica con prodotti a base enzimatica profumata per l’abbattimento dei cattivi odori. Per quanto riguarda la bonifica della vecchia discarica in località Taglianaso, sono già state eseguite verifiche e sono in corso di valutazione le migliori tecniche da adottare per l’esecuzione dell’intervento; intervento il cui impegno è stato assunto dalla Provincia di Benevento. Nel ringraziare tutta la cittadinanza per l’attenzione dimostrata (particolarmente quella dei “Giovani”), verso problemi ambientali e per ulteriori eventuali osservazioni che volessero far pervenire in merito alla questione rifiuti, colgo l’occasione per invitarvi a partecipare il 28 agosto prossimo, ad una giornata che l’amministrazione comunale ha voluto dedicare all’educazione ambientale, durante la quale, adeguato spazio verrà dedicato per sensibilizzare la cittadinanza sulla raccolta differenziata. Tutto quanto innanzi esposto, mi sembra utile e doveroso, anche e soprattutto perché questa Amministrazione è convinta che senza il coinvolgimento di tutte le parti sociali non è possibile affrontare e risolvere la gestione dei rifiuti e, pertanto, assicura di fornire con trasparenza ogni informazione relativa alla discarica di Serra Pastore, ed alla gestione rifiuti in genere.
Cordialmente
Donato Agostinelli