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Alcuni consiglieri di minoranza ripropongono il problema del controllo delle delibere

Ingresso del Palazzo Comunale di San Bartolomeo in Galdo
Ingresso del Palazzo Comunale di San Bartolomeo in Galdo (e.p.) Le varie leggi di riforma degli enti locali, varate, ritengo, con l’intento di snellire la burocrazia e le pratiche a volte ostruzionistiche delle opposizioni, hanno di fatto eliminato tutti gli organismi di controllo, sminuito a riguardo le competenze dei Prefetti, e di fatto annullato ogni prerogativa delle minoranze, con la conseguenza che sugli atti degli enti locali non vi è più nessun controllo ed ognuno si sente in diritto di fare ciò che più gli aggrada.

Infatti, sui deliberati degli enti locali è possibile, per chi vi ha interesse, solo ricorrere al T.A.R., con le spese che tutti conosciamo e che recentemente sono state anche riviste, al rialzo è ovvio! Oppure, come spesso succede, ed anche per … risparmiare, si ricorre alle procure, che ormai, anche volendo procedere speditamente, si trovano davanti una mole tale di ricorsi e denunce a riguardo, che sommate a quelle per altre tipologie di reati, anch’esse in aumento, si trovano oggettivamente, per scarsità di personale, mancanza di adeguate risorse, e magari carente strutturazione di uffici e strutture, a non poter dare risposte tempestive ed adeguate alla domanda, direi quasi supplica, di “Giustizia” che è sempre più frequente. Della figura del difensore civico meglio non parlare, la sua funzione è vanificata dal fatto che è nominato dalla stessa maggioranza. Mi chiedo se la volontà politica sia orientata ancora a mantenere questo stato di cose.Prima il soppresso “Co.Re.Co.” (Comitato Regionale di Controllo), con tutti i suoi limiti, svolgeva un suo ruolo di controllo, almeno di legittimità, sugli atti della Pubblica Amministrazione e, spesso dava risposte adeguate e tempestive, rinviando gli atti a chiarimento oppure addirittura annullandoli, e così, sia i cittadini che le minoranze avevano uno strumento alternativo e semplice, oltre che gratuito, dove ricorrere per far valere le proprie ragioni. Ora non più!
E così, forti di questo stato di cose, gli amministratori si sentono spesso onnipotenti e gestiscono la “Cosa Pubblica” con regole proprie, infischiandosene di quello che prevede la legge, certi della loro impunità essendo (spesso) bene a conoscenza della differenza tra illegittimità ed illiceità!
È così che nel Comune di San Bartolomeo in Galdo si approvano regolamenti importanti in Consiglio senza darne nemmeno lettura, anche se la Minoranza lo richiede, ed il pubblico vorrebbe conoscere i contenuti.
Si mettono anche le legittime richieste di lettura del testo a votazione, cosicché le minoranze sono schiacciate e malgrado, probabilmente, nessun consigliere ha letto o sa quel che sta approvando, ma – di fatto – poi il regolamento diventerà legge per l’ente! Tanto chi potrà fare ricorso al T.A.R. e sborsare quattrini propri a garanzia della legalità?!
Tale sistema è mortificante per i cittadini e ritengo, per amore della democrazia, che abbiamo conquistato dopo tante battaglie, va immediatamente cambiato! In tale quadro si inserisce l’ennesimo ricorso fatto da alcuni Consiglieri della minoranza consiliare inviato al Direttore generale del Comune di San Bartolomeo in Galdo e al Prefetto di Benevento, che di seguito integralmente si riporta e che non necessita di alcun commento.

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Oggetto:

Delibera di Consiglio comunale n.28 del 02-05-2007, avente ad oggetto: Presa atto procedura riflettente le conferenze di servizio, per l’approvazione dei progetti inseriti nel PRUST (Area P.I.P. e progetti privati in ambito urbano)

I sottoscritti Consiglieri comunali del Comune di San Bartolomeo in Galdo, premesso che: in data 02-05-2007 il Consiglio comunale approvava la delibera in oggetto indicata, nonostante che per protesta uscivano dall’aula i consiglieri di minoranza e due di maggioranza forse perché interessati; che in violazione di ogni regola democratica e in ispregio delle leggi vigenti, non essendo stata posta all’Ordine del giorno del Consiglio alcuna variazione delle distanze in area P.I.P., come facilmente si rileva dall’oggetto della delibera, che è il medesimo di quello indicato nella convocazione del consiglio, nella medesima delibera si deliberava addirittura la variazione delle distanze in zona P.I.P., evidentemente per favorire e/o regolarizzare la costruzione di qualcuno a scapito di coloro che già risultano aver realizzato in tale area; che tutto ciò dimostra la violazione di ogni regola di correttezza e di confronto democratico; chiedono un Vs. fermo intervento riguardo a tale deliberazione, e perché venga ripristinato un minimo di legittimità e legalità nel nostro comune, atteso che questo è solo uno dei tanti episodi che caratterizzano l’Amministrazione attiva, come a Voi già noto per le numerose precedenti missive inviate, e che mortificano oltremodo il ruolo e le funzioni dei sottoscritti Consiglieri.
La presente è inviata per quanto di competenza anche a tutte le autorità sopra indicate.

 
da "Il Sannio Quotidiano" del 21/10/07
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