“Egregio Direttore,
Forse un triste episodio come tanti?
No, è uno dei tanti episodi figli di una situazione ormai ingiustificabile e insostenibile.
Perché il ricovero in altra provincia? Si sono chiesti quei medici. Quei medici non sanno che noi della Valfortore siamo figli di una provincia disgraziata e matrigna. Non sanno che per un malato grave raggiungere Benevento significa rischiare seriamente la vita. E non è solo un problema di distanze: da più di un anno sono in corso dei lavori sulla strada che collega San Bartolomeo in Galdo a Benevento; la strada è ridotta ad una mulattiera, pericolosa e squallida.
I lavori procedono con una lentezza esasperante (non più di quattro o cinque operai al giorno!); il vecchio manto di asfalto è stato distrutto, del nuovo non c’è traccia; ci sono tre semafori in sei chilometri, si viaggia in una nuvola di polvere e detriti. Tutti hanno avuto pazienza in vista del meglio, ma la pazienza si sta esaurendo dinanzi ad una situazione vergognosa che si trascina nell’indifferenza dei responsabili. Quei medici non sanno che in paese abbiamo un ospedale in costruzione dal 1958 (!) e gia ristrutturato due volte ma mai aperto: un vuoto monumento alla disonestà e all’incapacità di chi ne è stato e ne è l’artefice.
Mi chiedo e vi chiedo: cosa deve fare questa gente per farsi ascoltare?
Non può bloccare grandi strade, non ce ne sono.
Non può occupare la ferrovia, non c’è. Cosa deve fare?
C’è un’autorità (un Prefetto, un Giudice, un Amministratore, …) che possa raccogliere l’indignazione e la rabbia frustrante di queste popolazioni?
Sembra di no. Qui anche un infarto leggero è sinonimo di morte.
Ma a chi interessa? E intanto ci tocca assistere alle diatribe infinite per la spartizione delle “poltrone” della “nostra” provincia.
È questa la risposta alla fiducia accordata dalla nostra gente ai neo eletti?
No, caro Direttore, così non va bene: la pazienza e la capacità di sopportazione hanno un limite! Mentre si discute tanto di immigrazione, ci si dimentica che qui c’è ancora l’emigrazione.
Vengano i politici a spiegarci le fondamentali ragioni delle loro contese infinite; vengano a vedere le nostre strade, gli mettiamo a disposizione un pullman per un “viaggio di istruzione” ; vengano a parlare con i figli di quella mamma e gli spieghino perché hanno dovuto mendicare altrove un’assistenza che gli è dovuta dalle proprie istituzioni; vengano se il timore e la vergogna glielo consentono.
Grazie per l’ospitalità”.
Parroco in San Bartolomeo in Galdo