Tanta la gente accorsa; ha funzionato, dunque, quel manifesto che in modo sarcastico, invitava i cittadini ad una “giornata della memoria” per ricordare l’avvio dei lavori per l’ospedale, avvenuto mezzo secolo or sono. «Mi dispiace – ha continuato il sindaco – che qualcuno abbia potuto immaginare che questa manifestazione sia una mossa pre-elettorale: chi lo sostiene si sbaglia di grosso perché la gente, quando si tocca l’ospedale, addita ogni politico di turno, passato, di destra e di sinistra quale responsabile di questa presa in giro. Speriamo solo che questa manifestazione e il veicolo televisivo possano scuotere ancor più le coscienze di coloro i quali sono intenzionati a ridurre ciò che, oltretutto, non c’è mai stato: il servizio ospedaliero locale». Tutti hanno voluto parlare per esprimere un totale dissenso su quanto è stato fatto e su quanto non è stato fatto. Tra loro tanti anziani: «Abbiamo visto apporre la prima pietra quando avevamo i calzoni corti e tanto stupore nel cuore. Oggi siamo ancora in questo luogo, malconci e vecchi, per ricordare un giorno lontano in cui riponemmo tante speranze per un futuro più roseo. Invece siamo qui a puntare il dito contro una politica bugiarda e traditrice». Il parroco don Franco Iampietro, dal canto suo, ha ribadito che i cittadini del Fortore hanno la sensazione di appartenere ad una terra matrigna che non riesce a garantire il necessario a quanti hanno bisogno di cure mediche e di emergenza sanitaria. Raffaele Iannelli, uno dei simboli dei movimenti popolari, si è poi soffermato sulle prese di posiziona da parte della Regione in materia di razionalizzazione del settore sanitario, paventando la possibilità che, a meno di un deciso intervento presso gli organi decisionali, il Fortore non ottenga neppure quel poco che è stato promesso, ossia il PSAUT, la riabilitazione e l’emodialisi. Tante le scolaresche presenti, ma più di tutti ha commosso l’intervento di Pasquale Giantomaso, che portava sul petto un cartello dove venivano additati tutti i responsabili di quelli che, per la popolazione, sono stati decenni di bugie: dai governatori della Regione Campania, agli amministratori e ai rappresentanti del Sannio in parlamento. «Ci affidiamo ancora una volta – recitava il cartello – alla sensibilità del presidente Giorgio Napolitiano». Poi Giantomaso è stato soccorso perché, preso da una forte emozione ha accusato un malore. Un momento di tensione che non ha comunque fatto alzare i toni: la manifestazione si è chiusa con serena compostezza e con la speranza che ora qualcosa si muova davvero.
da "IL MATTINO" del 3/10/08 di C.A.