Sull’anta destra del nuovo portone è raffigurata invece, su altre 12 formelle, la vita del protettore del Fortore, san Giovanni eremita. L’opera, realizzata con la tecnica a cera persa, è stata realizzata su progetto dell’artista Valeria Sicilia nei laboratori della Domus Dei di Roma con la collaborazione, a titolo gratuito, da Giandonato Sangregorio, Michelina Masella e Franco Bove, e per la posa in opera da Tonino Pepe. Ma l’artefice di tutto questo è sicuramente la donatrice, Esterina Reino, che ha voluto lasciare un segno tangibile per il suo paese. «Un gesto di grande generosità e sensibilità – dice il parroco don Franco Iampietro -, che resterà nei secoli come testimonianza e monito alle generazioni future che anche questa generazione ha saputo e voluto realizzare, all’insegna della cultura, progresso e bellezza, garantendo solennità, dignità e grandezza alla chiesa madre». Don Franco non manca di rimarcare la grandezza di questa comunità che da sempre ha rappresentato punto di centralità e riferimento per altri paesi e che con questa opera si vuole dare «un segno della volontà di non rassegnazione al degrado ed alla mediocrità». Ricordiamo che l’apostolo Bartolomeo, nato nel I secolo a Cana di Galilea, morì verso la metà del I secolo probabilmente in Siria. Il suo vero nome è Natanaele. Il nome Bartolomeo deriva probabilmente dall’aramaico «bar», figlio e «talmai» cioè agricoltore. Dopo la resurrezione di Cristo, Bartolomeo fu predicatore itinerante(in Armenia, India e Mesopotamia). Divenne famoso per la sua facoltà di guarire i malati e gli ossessi. Bartolomeo fu condannato alla morte Persiana: fu scorticato vivo e poi crocefisso dai pagani. I suoi resti, secondo la tradizione si trovano nella basilica di Benevento intitolata proprio all’apostolo e fatta costruire da Papa Benedetto XIII.
da "IL MATTINO" del 1/02/09