Questa varietà di uva è diffusa nei territori interni della provincia di Benevento ed in particolare nella Valfortore,terra fertile, mite e soleggiata. Mostra caratteri simili alla varietà “uva di Troia”chiamata anche “somarello nero” molto diffusa nella vicina Puglia. Una delle sue caratteristiche principali è la grande produttività in età giovanile: è dai 5 ai 10 anni di vita, infatti, che la pianta dà il meglio di sè, caricandosi come un “asinello,da qui il nome dialettale sumarell”,è composta di ricchi grappoli dal colore bluastro. Proprio il colore è l’altra grande peculiarità di questa uva, che presenta una concentrazione di antociani, le molecole coloranti naturali.
Così come non si può chiedere a un centometrista di portare a termine una maratona, il grosso limite della pianta del sommarello è il repentino calo della produttività dopo lo sprint iniziale. Raggiunta l’età adulta, intorno al decimo anno di vita, la pianta produce sempre meno grappoli, e per il contadino comincia a diventare sempre meno redditizia fino a divenire troppo onerosa.
A quel punto le vecchie piante vengono sostituite con nuove barbatelle, spesso di altri vitigni più longevi, come il primitivo, negroamaro, uva di Troia. Ecco perchè oggi il sommarello resiste solo grazie alla volontà di pochi affezionati viticoltori. Capita spesso che le altre uve locali abbiano qualche squilibrio tra maturazione zuccherina e maturazione dei polifenoli, ovvero di quei tannini che, se acerbi, danno al vino il gusto allappante, che lega la bocca, le uve di sommarello raggiungono con maggiore facilità questo equilibrio tra acidi, zuccheri e tannini. Equilibrio che viene poi trasmesso al vino.
Fotografia: Salvatore Picciuto