Martedì 3 gennaio 2017, ore 11:00
Una bassa pressione di origine artico-marittima discenderà nelle prime ore della giornata di domani, 4 gennaio 2016, dal Mar Glaciale Artico, muovendosi in seno alle correnti occidentali che guidano la circolazione generale dell’atmosfera. Al suo posto andrà affermandosi un campo di alta pressione, con fulcro sulla Gran Bretagna, capace di meridianizzare la circolazione atmosferica sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo e dunque in grado di bloccare le correnti atlantiche per diversi giorni.
Nel suo transito sull’Europa centrale in direzione del mare Adriatico, la bassa pressione artica andrà assumendo dei nuovi connotati, alimentandosi di aria gelida continentale polare proveniente da quella immensa ghiacciaia della siberia occidentale, oltre i monti Urali; in questa fase la struttura andrà ulteriormente raffreddandosi raggiungendo valori termici d’eccezione.
Nella giornata del 5 Gennaio, il nucleo gelido irromperà dal Golfo di Trieste sull’alto Adriatico iniziando il lento moto di scivolamento su di esso in direzione Sud-Est; in questa fase l’aria fredda raggiungerà le coste del nord-Africa. Il meridione d’Italia verrà investito da intensi venti gelidi di Buran, il vento che solitamente spira sulle lande desolate siberiane e sulle steppe del bassopiano sarmatico russo. La bassa pressione, al contatto con il mite bacino dell’Adriatico, si rinvigorirà, andando ad intensificare i moti condensativi forieri di precipitazioni. Nella giornata del 6 è previsto l’approfondimento della bassa pressione ed il suo incardinamento di fronte alle coste della città di Taranto. Questa nuova bassa pressione “italica” verrà alimentata dal flusso di aria gelida proveniente dai Balcani ed andrà lentamente colmandosi, esaurendo i moti convettivi al suo interno muovendo verso levante, in direzione della Grecia, per poi allontanarsi definitivamente dalle nostre regioni meridionali solo a partire dall’8 Gennaio.
Nelle giornate del 6 e del 7 si potranno registrare valori termici inconsueti per il centro-sud Italia, accompagnati da impetuosi venti di Bora (Nord-Est) in grado di esasperare la sensazione di raffreddamento da vento o windchill verso valori ai limiti del sopportabile per l’organismo. La stazione dell’AM di Campobasso potrebbe registrare valori prossimi al record storico di -10,8 registrato nel Gennaio del 1968.
Al momento i dati dicono che a San Bartolomeo le temperature resteranno costantemente negative dalla metà giornata di giovedì 5 gennaio al mattino di lunedì 9 gennaio; dunque ci saranno 4 giorni di ghiaccio.
Si prevedono tormente di neve nelle giornate del 5, 6 e 7 associate a scaccianeve in particolare il 6 ed il 7.
Ma la straordinarietà di questa ondata di gelo risiede nei valori particolarmente bassi delle temperature che ci si aspetta di registrare nelle giornate del 6 e del 7 Gennaio: nella fase clou dell’ondata di gelo la temperatura dovrebbe oscillare tra i -7/-9 C° per la minima e -3/-4 C° per la massima alla quota media del centro abitato, 600 mt slm. Insomma potremmo avvicinarci alla soglia psicologica dei -10°C che, dalle nostre parti, non si registrano dall’85.
Dal punto di vista delle precipitazioni nevose attese è possibile suddividere, al momento, l’ondata di gelo che si appresta ad interessarci in due fasi distinte:
– la prima, che va dal mattino del 5 gennaio 2017 fino a metà giornata dell’Epifania, in cui dovremmo essere interessati da rovesci nevosi associati allo scivolamento della saccatura colma di aria artica lungo l’Adriatico. Nella notte dell’Epifania l’entrata sulla nostra verticale del nucleo gelido in quota associato all’ondata di gelo farà sì che le nevicate divengano più regolari e durature; lasciando al suolo a fine periodo (ore 13 del 6 Gennaio) un discreto accumulo (10-20 cm);
– la seconda, che va dalla seconda parte del giorno dell’Epifania fino ad includere tutto il 7 Gennaio, terminando il mattino dell’8. Questa fase verrebbe caratterizzata dall’attivazione del fenomeno dello STAU (sollevamento orografico forzato delle correnti fredde in transito sull’Adriatico in corrispondenza dell’appennino centro-meridionale) che comporterebbe una maggiore persistenza delle nevicate proprio sull’area fortorina. Insomma, in questo frangente, potremmo avere una fenomenologia nevosa simile a quella che ci ha interessato a Sant’Antuono dell’anno passato (17 Gennaio 2016) quando vi furono diverse ore di nevicate abbondanti e persistenti in presenza di una bassa pressione al suolo ormai traslata sulla Grecia.
Dunque mentre nella prima fase le precipitazioni nevose potrebbero essere più discontinue, sotto forma di rovesci esse diverrebbero più continue e persistenti nella seconda fase, dal pomeriggio dell’Epifania, per gran parte di sabato 7 gennaio, terminando l’8 Gennaio.
Sul quantitativo nevoso atteso al suolo occorrerà procedere step-by-step; è impossibile avere una previsione dettagliata al momento. Il prossimo aggiornamento ci sarà domani. Ovviamente si tratta di previsioni che non vanno prese come certezze. Il quadro potrebbe variare nei prossimi giorni.