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La coscienza civile e politica che manca al Fortore

“”Non è conveniente venire a vivere nel Fortore perché qui manca tutto…Le strade, i trasporti, gli ospedali, una programmazione economica e culturale degne di questo nome. Sono rimaste solo le scuole (sotto attacco!) e le tasse (aumentate). Le Amministrazioni potrebbero (e dovrebbero) fare molto. Ma di più dovrebbero (e potrebbero!) fare i cittadini. Ma questo è il vero punto dolente. Nel Fortore quello che manca più di ogni altra cosa è una forte coscienza civile e politica. Soprattutto nei giovani! Nel Fortore come in tutta l’Italia meridionale. E non serve a nulla scomodare la storia dei Borbone (più ombre che luci!) per trovare ragioni per reagire. Basterebbe la Costituzione e un po’ più di amore per noi stessi. Se avessimo consapevolezza vera dei nostri diritti e voglia di lottare non ci faremmo mettere i piedi in faccia da nessuno, che si chiami Ferdinando, Benito, Ciriaco, Clemente o Umberto. Ma il deserto avanza e nessuno fa nulla. La paura, la rassegnazione e, di più, l’opportunismo becero di chi vende il proprio voto in cambio di un favore personale la fanno da padrone. Che fare? Mi domanderai. Ci vorrebbero i briganti? No. Basterebbe studiare! Studiare, studiare e ancora studiare. Solo con la cultura le pecore diventano aquile, leoni e colombe. Per questo ci si dovrebbe battere ogni giorno. La rinascita del Fortore e dell’Italia meridionale dovrebbe iniziare dalla scuola. Dalla difesa e dal rafforzamento della scuola. È questo il nodo cruciale. Se solo lo capissimo le piazze si riempirebbero in un baleno! “”

Emanuele Troisi, professore di Filosofia e Storia presso il Liceo Scientifico “E.Medi” di San Bartolomeo in Galdo

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