Allontanare i piccioni dai centri abitati utilizzando i falchi e gli sparvieri. L’idea non è nuova, ma fino ad oggi è stata messa in opera a Vercelli, Milano, Pavia, mai nella patria del più grande conoscitore di rapaci che la storia ricordi l’imperatore svevo Federico II. Appassionato di falconeria, scrisse un insuperato trattato sugli uccelli rapaci, il De arte venandi cum avibus. Federico visse e morì nella Capitanata in quel di Castelfiorentino nell’odierno territorio di Torremaggiore il 13 dicembre del 1250.
769 anni dopo un sindaco di quei monti, Gianfilippo Mignogna, primo cittadino di Biccari, ove si recava a caccia con il falcone lo Svevo, ha deciso che per ridimensionare la presenza dei piccioni nei centri urbani lasciati sempre più sgombri dalla presenza dell’uomo, fosse necessario utilizzare falchi e sparvieri.
Che dire, l’idea è affascinante e rivedere nelle nostre lande falconieri veri e non solo alle manifestazioni folkloristiche di falconeria è un tuffo in un passato glorioso, quando la Capitanata ospitava lo Stupor Mundi che l’amava molto più di noi. Suo il detto: “Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato qui a vivere”.
I falconieri a Biccari sono davvero un buon motivo per andare a visitare il borgo dauno.