Nel testo di storia delle superiori, nel capitolo riguardante la fine della Seconda Guerra mondiale, si descrivono i bombardamenti punitivi degli anglo americani sulle città tedesche di Norimberga e soprattutto di Dresda. La città sassone subì quello che fino ad oggi è considerato uno dei più devastanti bombardamenti non nucleare mai subito da una città. Il testo delle superiori, parlava di oltre centomila morti.
Un numero esagerato, studi recenti hanno quantificato i morti di Dresda tra 25000 e 35000.
In nessun manuale di storia da me consultato vi è però nominato un eguale bombardamento che per ferocia, inutilità e devastazione non è secondo a quello di Dresda: è il bombardamento anglo americano di Foggia dell’agosto 1943, che lasciò in piedi pochissime case della città imperiale federiciana.
I bombardamenti di Foggia iniziarono il 29 maggio 1943. Foggia era un centro nevralgico per le forze dell’Asse, era posizionato al centro del Mediterraneo, da qui si levavano in cielo gli aerei per i Balcani e per il nord – Africa, dalla sua ferrovia di primaria importanza, si muovevano gli eserciti italo tedeschi.
Il primo bombardamento sull’aereoporto di Foggia e sulla città ci fu, dunque, a fine maggio. Il Bollettino di guerra riportò il giorno successivo sulle proprie pagine la notizia con queste semplici parole: “Bombardamento su Foggia. Lievi danni”.
Si era in guerra e forse non è nemmeno da biasimare il non aver citato le 62 vittime dell’aereoporto e le circa 300 totali. Che poi il massacro di Foggia sia sconosciuto tutt’oggi alla maggior parte degli studenti italiani, resta ancora un mistero.
Fu invece la BBC di Londra a dar notizia della carneficina, aggiungendo le scuse di Sua Maestà per la morte di quasi 250 civili, giustificandosi laconicamente con un lapidario, nel senso di lapide: “È stato un errore”.
Il regime fascista costruì rifugi antiaerei a Foggia, i quali purtroppo si rivelarono delle vere e proprie trappole per topi. Durante il bombardamento del 29 maggio, una bomba colpì un rifugio. Morirono tutti. Quando Padre Odorico Tempesta dei Frati Minori accorse per portare soccorso, trovò sei uomini con la testa sulle braccia, appoggiati alla parete, sembrava che pregassero. Quando li spostarono, si accorsero che sotto di loro vi era, esanime, una donna in avanzato stato di gravidanza, che i sei avevano provato a salvare facendole scudo con il proprio corpo.
Sabato 23 giugno gli anglo americani tornarono e fu nuovamente morte e distruzione, si ebbero oltre cento morti, ma il peggio doveva ancora arrivare.
Il 10 luglio il comando inglese decise di bombardare la città, senza distinzioni tra obiettivi militari e civili. I morti furono oltre 1500. Scoprirono a loro spese i foggiani che la propaganda che sosteneva che gli anglo – americani conducevano una guerra “pulita” colpendo solo obiettivi militari, era appunto, solo propaganda.
Gli inglesi utilizzarono i temibili aerei “Spit – fire” allestiti con mitragliatrice, usata senza pietà ad altezza d’uomo per falciare quanta più gente possibile.
Il 22 luglio vi fu un altro devastante bombardamento. L’obiettivo dichiarato era la ferrovia. Gli inglesi distrussero oltre alla stazione, anche gran parte della città. I morti furono migliaia.
I tedeschi si ritirarono da Foggia, la ferrovia fu definitivamente distrutta con il bombardamento del 16 agosto, l’aereoporto fu trasferito più a nord, i cittadini di Foggia erano sicuri che ormai gli anglo americani non avevano ragione di accanirsi contro la città, invece il 19 agosto ci fu il più terribile bombardamento che gli Alleati operarono su una città dell’Europa meridionale, per trovare qualcosa di simile bisognava attendere i bombardamenti delle città tedesche a fine guerra.
Gli inglesi sganciarono su tutta la città di Foggia migliaia e migliaia di bombe, rasero letteralmente al suolo l’intera città, senza un motivo bellico valido, ma per accelerare la capitolazione dell’Italia nel conflitto. Capitolazione camuffata da armistizio che avvenne 20 giorni dopo.
Padre Odorico Tempesta ofm, è stato testimone diretto di quei tristi fatti. Ciò che abbiamo scritto è ripreso dal suo libro “Foggia nelle ore della sua tragedia”, Edizioni del Rosone, Foggia 1995.
A Dresda da anni esiste un memoriale che ricorda quei tragici fatti, a Foggia no.