Home Editoriali Territorio Eravamo 31085 abitanti nel 2000 ora siamo…

Eravamo 31085 abitanti nel 2000 ora siamo…

Ci occupiamo da quasi cinque anni di demografia. Lo facciamo in modo superficiale, guardando i numeri e commentandoli, senza analisi sociologiche approfondite, senza additare colpe, senza acredine verso qualcuno.

Guardiamo la demografia dei nostri luoghi in modo disincantato, a volte senza la speranza di una ripresa, a volte leggiamo piccoli miglioramenti e ci entusiasmiamo senza ragione.

Guardiamo a sindaci coraggiosi che fanno i miracoli, guardiamo coloro che si impegnano disinteressatamente per questi territori con gratitudine, guardiamo chi è partito con la segreta speranza che un giorno possano tornare.

Ogni mese guardiamo quelle piccole variazioni negative sulla popolazione. Restiamo un po’ delusi, ma sempre, in cuor nostro, speranzosi di un cambiamento.

Abbiamo voluto ampliare l’arco temporale della nostra analisi e forse sarebbe stato meglio non averlo fatto. I numeri sono disastrosi e senza pietà, tuttavia vi sono alcune isole che ci fanno capire come lo spopolamento può essere se non fermato, rallentato in attesa che lo Stato italiano, si accorga del Meridione e delle zone interne tutte.

I paesi da noi osservati sono 14, appartengono al Fortore campano, molisano, pugliese, alcuni al pre Fortore ed ai monti Dauni settentrionali di cui facciamo parte anche noi.

L’arco temporale di riferimento abbraccia poco più di due decenni: 31 dicembre 2000 – 1 giugno 2021.

La popolazione residente in questi paesi venti anni fa ammontava a 31085 persone, oggi siamo rimasti in 23161. I paesi da noi esaminati in 20 anni hanno perso 7924 abitanti, pari al 25,49%.

Il dato fa paura, in due decenni abbiamo perso un quarto della popolazione. Ci sono paesi che sono in linea con questi numeri, altri che sono stati fortemente falcidiati e alcuni che resistono meglio degli altri.

San Bartolomeo perde un quarto degli abitanti, passando da 5941 a 4456, pari al 24,99%. SBiG era ed è il paese più grande della Valfortore, avrebbe dovuto sentire meno lo spopolamento, ma qualcosa non è andata in questi venti anni. Ripetiamo, non siamo in grado di attribuire responsabilità anche perché siamo convinti che le responsabilità maggiori vadano ricercate in enti sovracomunali, ma è indubbio che se guardiamo Foiano e Biccari, ci accorgiamo che hanno reagito molto meglio di noi.

Baselice va leggermente peggio di San Bartolomeo, fa segnare un decremento di 759 abitanti, passando da 2915 a 2156, pari al 26,03%. Rispetto a SBiG i nostri vicini potrebbero contare sui soldi dell’eolico, ma dai dati che leggiamo sembra che non facciano effetto per frenare il decremento della popolazione.

Molinara è in media, perde 507 abitanti passando da 1976 a 1469 il 25,65% in meno. Crediamo, ma potremmo sbagliarci, che anche Molinara possa fare affidamento sulle royalties dell’eolico, ma anche in questo caso i risultati non si vedono.

Montefalcone di Valfortore va ancora peggio, perde 526 abitanti passando 1891 a 1365 meno 27,81%. Eppure Montefalcone è stato il primo borgo ad ospitare turbine eoliche, ne ha moltissime, ma sembra che non rechino benefici alla popolazione.

Drammatico il caso di Castelvetere di Valfortore, il paese in venti anni perde 880 abitanti passando da 1933 a 1053, perde il 46,24% della popolazione. Non attribuiamo responsabilità, ma a Castelvetere qualcosa è andato davvero storto per aver subito un dimezzamento degli abitanti in soli due decenni.

La presentazione di una lista di giovani alle prossime elezioni comunali più che un impegno politico sembra un atto di fede. Una fede dogmatica perché davvero noi non siamo capaci di intravedere come possa risollevarsi questo bellissimo borgo. Nei programmi delle due liste in gara, leggiamo le solite cose, infrastrutture, viabilità etc. etc., faremo sicuramente arrabbiare qualcuno, ma secondo noi, manca la parola “miracolo”. Un in bocca al lupo a tutte e due le liste, con una leggera preferenza per i giovani, magari la sana incoscienza della gioventù potrà dare quella scossa al torpore che da un ventennio sembra abbracciare Castelvetere, ed inoltre, speriamo che il cambio di uomini e donne non sia solo una questione anagrafica, ma di metodo.

Anche i numeri che vengono dal Molise e dalla Daunia non sono esaltanti.

Tufara in Valfortore perde 316 abitanti, scendendo sotto i 1000, passando da 1132 a 816 meno 27,91%.

Alberona sembra avere un sindaco dinamico, tanto che nelle prossime competizioni elettorali non ha trovato nessuno che voglia scalzarlo, ma i miracoli non riesce a farli nemmeno lui, Alberona perde il 26,91% scendendo sotto i 1000 abitanti passando da 1174 a 858 meno 316 persone. Eppure Alberona è un borgo ben tenuto, bandiera arancione del Touring club, ha buone infrastrutture sportive, l’eolico fin dentro il borgo. Potremmo parlare di mistero.

Non va bene nemmeno Roseto Valfortore, al netto della superstrada che in un futuro prossimo forse congiungerà il borgo pugliese con San Bartolomeo in Galdo. Roseto perde ben 375 abitanti passando da 1357 a 985 meno il 27,41%. Per Roseto vale lo stesso discorso di Alberona, il paese è tenuto bene, vi sono ottime infrastrutture sportive, un bel parchetto per i bambini, un centro storico tenuto meglio del nostro, l’eolico fin dentro il paese, eppure i dati sono impietosi.

Simmetrico a Castelvetere è San Marco la Catola, perde il 44,40% degli abitanti in 20 anni, un quasi dimezzamento della popolazione che lo porta da 1583 a 880, meno 703 persone

Volturara Appula perde il 38,20% degli abitanti. Una ex diocesi ridotta a 385 abitanti rispetto ai 623 del 200.

Chi se la cava leggermente meglio è Volturino. Perde il 20,85%, che equivalgono a 420 abitanti, passando da 2014 a 1594.

Ed ora veniamo al podio di chi sembra aver reagito meglio allo spopolamento degli ultimi 20 anni, guarda caso l’arco temporale coincide con l’approvazione della riforma del Titolo V della Costituzione in salsa leghista che sta sottraendo al Meridione miliardi di euro all’anno.

Sul gradino più basso del podio delle nostre amministrazioni virtuose c’è San Marco dei Cavoti, perde 676 abitanti, passando da 3793 a 3117, per una percentuale del 17,82%. San Marco ha una strada che la collega al capoluogo provinciale in 10 minuti, ha impianti eolici, ha industrie dolciarie di altissima qualità. Accusa un decremento di popolazione notevole, ma molto sotto la media. Se le cose dovessero cambiare al Sud, San Marco dei Cavoti è pronta per ridiventare un luogo attrattivo ove poter vivere.

Al secondo posto c’è Biccari, che perde il 16,60% della popolazione, passando da 3173 a 2646 abitanti, perdendone 527. Perdere poco più di un sesto degli abitanti in venti anni non è un bel risultato, ma paragonato ai borghi che abbiamo esaminato Biccari fa registrare numeri pieni di speranza e le politiche attuate dal sindaco Mignogna stanno dando risultati lusinghieri, ma hanno bisogno di periodi medio lunghi per dare i risultati sperati. Dovrà cambiare l’approccio che la Nazione ha verso il Sud e le aree interne, ma nell’attesa l’ottimo sindaco di Biccari sta limitando i danni in maniera eccellente, è un vero esempio, perdonate l’abuso, ma ormai la parola va di moda, di resilienza.

Al primo posto con un vero e proprio miracolo abbiamo Foiano di Valfortore. Foiano è sempre stato il centro più piccolo della Valfortore, probabilmente, mi perdoneranno gli amici foianesi, anche quello con meno bellezze architettoniche da offrire. Eppure Ruggiero sta dando lezioni di resilienza a tutta la valle. I numeri ci dicono che in 20 anni ha perso solo 199 abitanti, pari al 12,59%, passando da 1580 a 1381.

Noi non condividiamo di una virgola la politica sull’eolico dell’Amministrazione. Crediamo che Foiano abbia già dato molto alle società del vento, ha una potenza installata di quasi 90 MW, potrebbe dare energia a 2 o 3 Valfortore. Crediamo non dovrebbe cedere più un metro all’installazione di nuove pale. Eppure continua il consumo di suolo per l’installazione di nuove turbine. Per onestà intellettuale ci poniamo la domanda: E se avesse ragione Ruggiero? (Perché l’Amministrazione comunale di Foiano è Ruggiero).

Se il sacrifico del territorio, un sacrificio non irrimediabile, perché un giorno con le nuove tecnologie, magari le torri saranno più piccole, oppure vi saranno altri modi per ricavare energia dal vento, fosse il prezzo da pagare per evitare lo spopolamento?

È indubbio che Foiano non è solo eolico, ma l’obolo dell’eolico e la buona pratica amministrativa del Ruggiero hanno cambiato volto al paese, è diventato accogliente, e forse sarà anche vantaggioso a livello di tasse comunali. Insomma, Foiano è anche eolico, ma non solo eolico.

In conclusione possiamo dire che i risultati da noi analizzati, sono disastrosi, nello stesso tempo però, possiamo affermare che avere amministratori locali del calibro di Mignogna e Ruggiero (tra l’altro su sponde diverse politicamente, ma uniti dalla buona pratica amministrativa), lascia ben sperare per il futuro di questi luoghi.

Certo i miracoli non possono farli, invertire una tendenza allo spopolamento delle aree interne, comune a tutto lo stivale, ma drammatico al Sud, è proibitivo, ma frenare lo spopolamento come stanno facendo è encomiabile.

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