Home Editoriali Cronache dall'Entroterra 16 gennaio 1985 – 16 gennaio 2025. 40 anni, un soffio.

16 gennaio 1985 – 16 gennaio 2025. 40 anni, un soffio.

Il dolore, la cupezza dell’aria, il freddo polare, la sciagura, il lutto. Non un solo fotogramma abbiamo dimenticato di quel giorno. Tutto si stampò indelebilmente nella mente dei bambini che fummo ed è perennemente nitido nella mente degli adulti che siamo. La neve scesa copiosa a cavallo di dicembre e gennaio era cumulata ai bordi delle strade ed aveva perso il suo colore candido. Il freddo polare l’aveva resa ghiaccio. La giornata freddissima, come non ce ne sarebbero più state, almeno fino ad oggi, iniziò con un posto vuoto in un’aula delle scuole medie di via Valfortore. Era il banco dove sedevano Pasquale e Salvatore, ma quella mattina Pasquale era solo. Le informazioni non si propagavano alla velocità della luce come oggi. Registrammo solo l’assenza di Salvatore. Forse una febbre, una piccola influenza l’aveva tenuto a casa, niente di più probabile in quelle giornate di freddo siberiano. La notizia ci colpì come un maglio sull’accetta mentre tornavamo a casa. Non capimmo cosa fosse il “monossido”, acquisimmo solo la portata della tragedia che improvvisamente aveva troncato le giovani vite di Carmelina, Maria e Silvana. Se la morte di un figlio è la fine del proprio mondo, la morte di tre contemporaneamente cos’è?

Ricordiamo i feretri composti pietosamente in casa. Ricordiamo il padre piegato dal dolore, con un lembo della camicia chiara che fuoriusciva dai pantaloni, accasciato sulla bara centrale. Ricordiamo le sue lacrime. Ricordiamo il suo continuo recitare i nomi delle figlie come un perenne rosario. Ricordiamo in quel momento il silenzio irreale della madre annientata dal dolore. Anni dopo, quando studiammo Lucio Anneo Seneca ci fu chiara la sua frase: “Levis est dolor qui loquitur magnus muta” (Lieve è il dolore che parla. Il grande è muto). Ricordiamo le tre auto mortuarie. Ricordiamo l’immensa moltitudine di persone che in un silenzio irreale le accompagnò nell’ultimo viaggio verso il cimitero.

Ogni anno ricordiamo il 16 gennaio la più grande tragedia che si è abbattuta su San Bartolomeo negli ultimi 50 anni e rivolgiamo un pensiero alle vite recise di Carmelina, Maria e Silvana, a quello che poteva essere, ma non è stato.

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