Home Editoriali Ambiente I “Cammini”, una soluzione per l’Italia vuota

I “Cammini”, una soluzione per l’Italia vuota

Leggiamo sempre più spesso in giornali locali che i cammini, religiosi e non, vengono visti come panacea al problema dello spopolamento. Anche Filippo Tantillo nel suo “L’Italia vuota” attribuisce ai cammini un’importanza fondamentale nel rilancio delle aree interne. Una pioggia di milioni di euro si sta riversando sulla loro costruzione, di oggi 12 giugno 2025, lo stanziamento della Regione Campania di 4,3 milioni di euro per il tratto della Via Francigena che attraversa la nostra regione. La Regione Puglia fa di più, stanzia ben 9 milioni di euro per “L’infrastrutturazione del sistema dei cammini in Puglia”, Sicilia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Veneto, Umbria, Lombardia stanno facendo lo stesso. Il Ministero del Turismo ha stanziato quasi 20 milioni di euro per i cammini religiosi italiani. Anche nella provincia di Benevento, c’è chi più chi meno s’è accorto delle potenzialità dei cammini. Fioriscono tavole rotonde, l’ultima di qualche giorno fa ove era presente il vescovo di Benevento, ipotetici e fallimentari cammini, facili entusiasmi e colossali delusioni.

Tutti guardano ai numeri di Santiago di Compostela. Nel 2024 mezzo milione di pellegrini hanno percorso il “Camino”, negli ultimi tre anni sono stati 1,4 milioni i pellegrini che si sono recati nel nord della Spagna, numeri impressionanti.

Il percorso che porta a Santiago ha 1200 anni, ma la nascita del fenomeno attuale ha poco più di 40 anni, 41 per l’esattezza, e si deve all’intuizione del parroco di O Cebreiro, don Elias Valina. Don Elias era molto rattristato perché quei pochi pellegrini che andavano a Santiago, si perdevano lungo il percorso, decise pertanto di tracciare il Camino disegnando le frecce gialle, aveva la vernice gialla che gli era avanzata dopo aver tinteggiato la casa canonica, col quale avrebbe facilitato il cammino ai viandanti. La leggenda narra che quando gli abitanti dei piccoli villaggi videro don Elias disegnare quelle strane frecce colorate sulle loro case, chiesero al sacerdote cosa stesse facendo, egli rispose: “Sto preparando un’invasione pacifica”. Forse nemmeno nelle sue più rosee previsioni avrebbe immaginato numeri del genere.

In Italia noi abbiamo un cammino ancor più vetusto di Santiago, la via Francigena, nata con i Longobardi nel VI secolo e poi descritta dall’Arcivescovo di Canterbury Sigerico quando si recò a Roma nel 990 per ricevere il Pallio dal Pontefice.

Sul successo di Santiago, anche in Italia si è cercato di potenziare la via Francigena, e sempre focalizzando gli occhi a quel successo, in Italia sono nati centinaia di cammini, due addirittura nati nella nostra Valfortore: Il Cammino di San Giovanni Eremita, e il “De Via Bartholomea”. Entrambi non hanno avuto un grande successo ed è un peccato, ma scontano l’impreparazione di chi li ha disegnati e il non coinvolgimento delle popolazioni locali. Non ci si inventa costruttori di “cammini” dalla mattina alla sera.

In Italia ci sono molti costruttori di Cammini, la decana è stata Angela Seracchioli che nel lontano 2004 tracciò la Via di Francesco da La Verna a Poggio Bustone. Successivamente disegnò il Cammino dell’Angelo che da Poggio Bustone arriva a Monte Sant’Angelo. Simone Frignani, Davide Comunale, Angelofabio Attolico, Lorenzo Boseggia, sono solo alcuni di coloro che stanno riempiendo la penisola di ottimi percorsi.

Nella nostra ormai ventennale esperienza di viandanti pedestri, abbiamo percorso moltissimi cammini in Italia, oltre che un paio di volte in Spagna, raggiungendo Finisterre e Muxia.

Sarebbe ingeneroso stilare una classifica, oltre che contrario allo spirito del viandante, seppur moderno.

Una parola però, vogliamo spenderla sul Kalabria Coast to Coast, piccolo gioiellino costruito da Lorenzo Boseggia, crediamo bergamasco o bresciano trapiantato in Calabria, che congiunge il mare Ionio al mare Tirreno attraversando la Calabria nel suo punto più stretto e di conseguenza il punto più stretto dell’Italia: Soverato – Pizzo Calabro.

Il percorso è breve, poco più di 55 km, i paesi attraversati sono 5: Soverato, Petrizzi, San Vito sullo Ionio, Monterosso Calabro e arrivo a Pizzo. Se Soverato e Pizzo sono in ogni caso località turistiche che da maggio ad ottobre fanno numeri grandissimi, Petrizzi, Monterosso e San Vito sono piccoli paesini dell’entroterra calabrese rispettivamente di 985, 1453 e 1537 abitanti.

Paesi dove nei primi tre mesi del 2025 si è avuta una sola nascita, paesi che placidamente si apprestano a morire, paesi che non chiedono nulla ormai, ma poi arriva il Kalabria Coast to Coast, un piccolo miracolo che magari non cambierà le sorti di questi paesi, ma magari ne renderà meno tristi le giornate.

Il Cammino un miracolo già l’ha fatto, ha ridato entusiasmo alle persone anziane, che davanti ai bar o nelle piazze fermano i viandanti e con gioia scambiano due chiacchiere, ha ridato fiato ad economie esauste, perché i numeri sono in continua crescita e i costi non sono quelli di Santiago, lo scorso anno il sentiero è stato percorso da quasi 2000 persone, quest’anno i numeri sono destinati a raddoppiare, immaginate 4000 persone che attraversino San Bartolomeo, Baselice o Castelvetere o Biccari o Volturara, hanno necessità di rinfrescarsi, di pernottare, di mangiare. A San Vitto sullo Ionio il Cammino ha ridato vita alla casa costruita dai genitori di Nicola per i propri figli, figli che come quasi sempre succede sono emigrati per studio o lavoro e non più tornati, ma Nicola con Silvia la sua compagna bolognese sono tornati in Calabria e hanno ridato vita alla casa quasi abbandonata costruita in paese dai genitori trasformandola in stanze e soprattutto in un home restaurant da tre stelle Michelin.

Perché arrivare a fine tappa, ed essere accolti in “famiglia” non ha prezzo, tra l’altro il mondo è piccolo e la bolognese Silvia ci ha chiesto vista la nostra provenienza dai Monti Dauni se conoscessimo un grande amministratore delle nostre parti come Gianfilippo Mignogna. Di fama, lo conosciamo di fama, e non c’era bisogno che Silvia ne lodasse le capacità amministrative. Un pensiero ci ha attraversato la mente mentre eravamo a tavola, San Marco la Catola si trova su ben 2 grandi cammini, il Sentiero Italia ed il Cammino dell’Angelo, eppure non ha un’accoglienza comunale con decine e decine, se non centinaia di case che crollano, chissà l’ex sindaco Mignogna come avrebbe sfruttato tale possibilità, anche se dubbi in proposito sul recupero di qualche casa per trasformarle in ostelli pellegrini, non né abbiamo.

I cammini possono essere una delle soluzioni alla solitudine dei paesi, non La Soluzione, a meno che non sei la Via Francese in Spagna, ma quei numeri non li fa nemmeno la via Francigena, tuttavia sono numeri importanti ed in continua crescita, dal dossier Terre di Mezzo, apprendiamo che nel 2024 vi sono stati in Italia 122000 camminatori certificati, 1,4 milioni di pernottamenti, anche economicamente un aspetto da non tralasciare.

Ed infine, nell’arrivo a Pizzo Calabro abbiamo indossato le magliette per iniziare i festeggiamenti dei 700 anni dalla fondazione di SBiG.

Buen Camino a tutti et Ultreya et Suseya.

Ariadeno viandante.

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