La storia è vichiana

Su “Il Fatto Quotidiano” dell’8 ottobre era pubblicata una vignetta di Mannelli nella quale l’autore disegna un bambino cencioso, a piedi nudi e tra le rovine che si pone un interrogativo: Perché la vostra è resistenza e la nostra è terrorismo?

Il riferimento è alla stampa mainstream e al loro modo di trattare due tragedie di questo inizio XXI secolo la guerra in Ucraina e l’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano.

La domanda che si pone il bambino di Mannelli è la stessa che oltre 150 anni fa si pose Benjamin Disraeli Primo Ministro del Regno Unito.

In quel periodo in Europa c’erano due situazioni simili, due regni liberi Polonia e Regno delle Due Sicilie alle prese con l’occupazione degli Zar e dell’Impero Russo i primi e alle prese con l’invasione piemontese e savoiarda il secondo.

Disraeli con l’onestà intellettuale che l’ha sempre contraddistinto in una seduta parlamentare si domandava:“Desidero sapere in base a quale principio discutiamo sulle condizioni della Polonia e non ci è permesso di discutere su quelle del Meridione italiano. È vero che in un Paese gl’insorti sono chiamati briganti e nell’altro patrioti, ma, al di là di questo, non ho appreso da questo dibattito nessuna altra differenza fra i due movimenti”.

In ogni epoca, in ogni paese la storia che vince è sempre quella raccontata dai più forti.

Viva Ninco Nanco

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