
Zohran Mamdani fa paura anche alla Sinistra nostrana. La nostra Sinistra facile agli innamoramenti e alle delusioni.
Sembra ieri che inneggiava alla Terza Via di Tony Blair, e purtroppo c’è ancora qualcuno che lo rimpiange tra i riformisti di sinistra.
Sembra ieri l’amore per il futuro Presidente in pectore della Repubblica Francese Dominic Strauss-Kahn, e sempre di ieri la disillusione nel vederlo sbattere contro la gonna della cameriera Nafissatou Diallo prima e nei favoritismi alla propria amante dopo.
Sembra ieri l’entusiasmo per lo scipite Hollande cacciato dall’Eliseo a furor di popolo dai cittadini francesi.
Sembra ieri il grido: Siamo tutti Zapatero, siamo tutti Lula. Ultimamente siamo tutti Starmer e forza Sanders.
Chiunque abbia anche solo pronunciato una virgola pendente a sinistra è stato trasformato in icona gauche.
E Mamdani? Nulla, silenzio tombale? Magari. Su Repubblica di stamattina c’è un reportage dal titolo: “L’altra metà della Mela: viaggio nella città che ha paura di Mamdani”.
L’articolo di Repubblica è una summa sul perché non bisogna votare Mamdani, ma Andrew Cuomo, già bocciato dagli elettori democratici. Addirittura nell’articolo di Repubblica leggiamo che la vittoria di Mamdani sarebbe comunque una vittoria per Trump.
La domanda che emerge è questa, perché allora Trump minaccia di inviare l’esercito a New York e di tagliare i fondi federali in caso di vittoria del 34enne Mamdani?
Perché i Repubblicani influenti stanno scaricando il loro candidato e invitano a votare Cuomo?
Cosa propone di così pericoloso il socialista democratico Mamdani? Vuole l’abolizione della proprietà privata? Vorrebbe inviare i ricchi in campi di rieducazione come nella Cambogia di Pol Pot?
Nulla di tutto ciò, la ricetta di Mamdani è molto più “terra – terra”, Zohran vorrebbe calmierare gli affitti, ma solo quelli su cui la città di New York ha qualche influenza, il privato potrà continuare ad affittare le proprie case a mille e una notte, vorrebbe creare degli spacci alimentari comunali ove il Comune possa vendere cibo ad un prezzo accessibile, vorrebbe rendere il trasporto pubblico gratuito per i meno abbienti, vorrebbe insomma, rendere più vivibile la città di New York ai suoi abitanti in difficoltà.
E non si ispira Mamdani a Gandhi, San Francesco, Mandela, ma molto più umilmente al sindaco “foggiano” di New York quell’indimenticato Fiorello La Guardia tra l’altro Repubblicano, che in piena Grande Depressione seppe porre un freno alla povertà dilagante in città. Fiorello La Guardia diceva che non si può parlare di autogoverno e libertà a chi muore di fame; ed è ciò che sta facendo Mamdani a New York e lo renderà, salvo sorprese dell’ultimo momento, il prossimo sindaco di Nuova York.