Don Franco elenca tutti motivi che dimostrerebbero l’assurdità della decisione. E si chiede chi mai l’abbia potuta prendere, individuandolo poi "nei soliti politicanti arroganti che da trent’anni affliggono e distruggono queste nostre terre, prepotenti, arroganti, quanto pavidi". Il sacerdote conclude preannunciando che, di fronte a questo ennesimo sopruso, la gente del Fortore colpita non sarà più rassegnata e protesterà, probabilmente, non nella maniera civile e pacifica con cui l’ha fatto finora e chi l’avrà condotta a tanto se ne dovrà assumere la responsabilità.
Di seguito il testo integrale della lettera di Don Franco:
Da quanto è dato sapere: nessuno; la popolazione di San Bartolomeo è più numerosa di quella di Morcone; la zona è più distante dal centro e quindi con meno servizi a disposizione; le strutture che ospitano gli uffici sono nuove, comode, funzionali e di proprietà della ASL; San Bartolomeo è sede della Comunità Montana e quindi risponde ai criteri regionali per la collocazione della sede del distretto (Morcone ha questo requisito?).
E’ lecito allora domandarsi: chi è che vuole questo spostamento? Non sembra che gli operatori della ASL siano entusiasti di questa eventualità. E allora: a chi giova? Chi la vuole e perché? Domande che ne suscitano una più inquietante: Chi ha “in pugno” la ASL Bn1? Chi comanda davvero? Dove e da chi sono prese le decisioni che riguardano la salute della gente?
Se a decidere è la ASL in piena autonomia (per razionalizzare, per contenere i costi, per migliorare i servizi…), anche se a malincuore, la decisione si accetta. Ma il timore fondato è che a decidere siano altri soggetti che hanno tutt’altre finalità ed interessi. Si teme, a ragion veduta, che a volere questo cambio di sede siano i soliti politicanti che da trent’anni affliggono e distruggono queste nostre terre.
Questo non è accettabile. Questi prepotenti, tanto arroganti quanto pavidi, non possono consentirsi di “usare” anche la salute della gente per perseguire i loro poco nobili scopi. Al Fortore negli anni è stato tolto tutto; promesso molto; dato niente. Con che coraggio si continua a depredare quel poco che è rimasto?
Le autorità preposte (Prefetto, Regione, Sindaco di Benevento, Sindaci del Fortore…) intervengano a scongiurare questo ulteriore “schiaffo” alla dignità di popolazioni già tanto penalizzate. Questo popolo è dignitoso, rispettoso e pacifico; ma di fronte a questa ulteriore ingiusta umiliazione non resterebbe in silenzio: il tempo della sterile rassegnazione è finito!
Il popolo del Fortore si farà sentire e in maniera rumorosa. In tante occasioni si sono garantite proteste civili e pacifiche. Ora questa garanzia non può darla nessuno; la corda troppo tesa si spezza, dice il vecchio saggio proverbio. Chi è chiamato a prendere le decisioni del caso se ne assumerà tutte le responsabilità e relative conseguenze.{/xtypo_quote}
da "ilQuaderno.it" del 20.06.2009