Ormai è quasi un luogo comune, ma non c’è niente di più vero: La storia è sempre scritta da chi vince, e bisogna affidarsi alla sua onestà intellettuale per vedere riconosciuto qualche merito se c’è, in coloro che hanno perso.
A distanza di breve tempo, il caso ha voluto che leggessi due libri: Le prede: nel’harem di Gheddafi di Annick Cojean, e Risorgimento disonorato di Lorenzo Del Boca.
L’ultimo Gheddafi era diventato la macchietta di sé stesso, del rivoluzionario che guidò la Libia dopo l’epoca coloniale. Malato di sesso e cocainomane. Usava visitare le scuole e avvistata una giovane preda, che fosse una ragazzina o un ragazzino poco importava, gli poggiava la mano sulla spalla, era quello il segnale convenuto affinché le sue guardie del corpo si rivolgessero alla famiglia per acquistare i giovani, oppure, in caso di rifiuto dovevano rapirli.
La Cojean racconta l’odissea di Soraya, una ragazzina di 15 anni che ebbe l’unica sventura di piacere al Rais, costui le mise una mano sulla spalla mentre era in visita alla sua scuola e nel giro di un giorno diventò una delle schiave sessuali del leader libico, situazione durata tra indicibili violenze ed umiliazioni, ben 7 anni fino alla caduta dello stesso Gheddafi.
Tra le centinaia di storie risorgimentali che non conoscevo, ho letto nel libro di Del Boca, quella dedicata a Filippo Curletti, criminale comune nella Torino pre-unitaria e poi agente segreto di Vittorio E. II e successivamente di nuovo criminale comune, altrimenti le strade del Sud sarebbero tappezzate dal nome di questo nuovo eroe risorgimentale.
Curletti mise in grave imbarazzo il Re, quando, cacciato dai servizi segreti dopo la morte di Cavour, mandò alle stampe un libricino: “Rivelazioni” sotto lo pseudonimo di JA, ove descriveva la sua ascesa.
Avvicinato da Alessandro Negri di Sanfront, capo di quella specie dei servizi segreti savoiardi, gli fu chiesto se fosse in grado di rapire una giovinetta e condurla la sera stessa a Moncalieri. JA scrive: “Cotale avvenimento sollevò gran rumore a Torino ove nessuno ignora la vicenda di madamigella Maria D. il cui fratello, poco dopo il fatto, fu nominato direttore dell’ufficio delle Poste […] Questa impresa non è la sola del medesimo genere di cui mi sia stato dato incarico…”.
La ragazza era probabilmente destinata a Vittorio Emanuele, il quale quando sentiva odor di femmina, perdeva il lume della ragione e il senso della misura, ma poi riparava con soldi, prebende, promozioni, cariche pubbliche.
Vittorio suo malgrado ha unito l’Italia e giace nel Pantheon con tutti gli onori, nonostante avesse tolto l’onore a moltissime giovani senza il loro consenso, Muhammar Gheddafi giace in una località sconosciuta del deserto libico.
È la storia bellezza!