“Anche il nome non mi è mai appartenuto. Il primo, quello scritto sui documenti, l’ho ereditato dal nonno materno, ma, essendo bizzarro e poco comune, i miei pensarono di aggiungere il nome dell’altro nonno, dimenticando però di registrarlo all’anagrafe. Continuarono a chiamarmi con il secondo dimenticando il primo, cioè quello ufficiale…problema risolto più tardi quando scelsi io il nome che più sentivo mio” (Antologaia, p. 26).
Nella città più progressista d’Italia, alle elezioni comunali del 2021 vince Matteo Lepore del Partito Democratico. Non è una gran notizia, la vittoria era quasi scontata.
Non scontata invece l’elezione in Consiglio Comunale della sociologa e scrittrice sanbartolomeana Porpora Marcasciano, Presidente del MIT (Movimento identità trans) e attivista LGBT+.
L’elezione di Porpora non è una novità per Bologna, 26 anni fa la città elesse Marcella Di Folco che si spese per i diritti dei trans, Marcella aveva “un’umanità che diventa umanesimo”.
Il manifesto programmatico di Porpora si innesta sull’eredità di Marcella, ma andrà oltre, Porpora si spenderà per i diritti sociali e civili di tutti, non solo dei trans, avrà a cuore le persone fragili e cercherà di creare una città più inclusiva ed accogliente “meno impaurita del diverso, dell’altro”.
Per realizzare questi suoi ideali, potrà contare su un Consiglio Comunale pieno di giovani, donne e stranieri, uno spicchio di mondo nell’assise bolognese. Il lavoro non sarà facile, perché “Di solito si fa resistenza a ciò che è nuovo. Si fa fatica ad elaborarlo. La diversità, invece, è ricchezza”.
Buon lavoro Egisto, Domenico, Porpora ti auguriamo di riuscire a realizzare ciò che desideri ed il mondo sarà sicuramente migliore.