Se fossi un giurato e dovessi decidere quale città italiana meriterebbe il titolo di Capitale Italiana 2026 sarei curioso di andare a Lucera.
Negli studi compiuti avrò sicuramente letto della favolosa Lugerah musulmana, definita più splendente della Cordoba dei califfi, ed allora mi direi che qualcosa sicuramente sarà rimasto.
Tutto sommato dalla linea adriatica Lucera si raggiunge agevolmente, si scende a Foggia e c’è un trenino metropolitano che a cadenza puntuale di mezzora ti porta a Lucera. Il trenino è pulito, le persone cordiali, gli arrivi e le partenze puntuali. Meno agevole raggiungere Lucera dalla linea tirrenica, occorre sempre raggiungere Foggia.
Arrivi alla stazione di Lucera e ad accoglierti ci sono tre fioriere di nome, di fatto mini discariche piene di mozziconi di sigarette, lattine vuote, fazzolettini sporchi.
Basterebbe questo per rimettersi nel treno e tornare a casa, con tanti saluti alle velleità della città dauna.
Ma se fossi un giurato, vorrei dargli qualche possibilità, ed allora entro nella città vecchia da Porta Troia, e sono felice di aver dato una seconda possibilità alla città.
Lucera è sporca, molto sporca, ma ci si può lavorare, in fondo manca ancora qualche mese alla designazione.
Andiamo all’Archivio di Stato, il centro della memoria di un territorio. Lo troviamo chiuso, aprirà ci diciamo. Invece non apre, l’Archivio di Stato è definitivamente chiuso, si accede su prenotazione. Proviamo a prenotare, ma al telefono non risponde nessuno, sarà stato un caso, riproveremo.
Progetti duraturi che resteranno sul territorio anche a fine designazione, non né vediamo, ma si staranno organizzando.
E mentre si organizzano chiamiamo un’auto e ci facciamo riaccompagnare a Foggia, ammirando i cumuli di immondizia ai lati delle strade e nella testa, pensiamo già che il nostro voto andrà a Lucca.