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‘jafii’

Nei vicoletti vi sono ancora tanti ‘jafìì’ segni indelebili dell’architettura di una volta.

Il paese diversi secoli fa era interamente circondato da una cinta muraria munita di torri e di cinque porte: porta ‘San Vito’, porta ‘della Croce’, porta ‘Provenzana’, porta ‘Murorotto’, porta ‘Vicaria’( Portella). Questo per difendersi dalle incursioni barbariche e dagli attacchi dei Saraceni. Ancora oggi i resti di qualche porta sono li, a richiamare l’attenzione del passante alla storia. Vi era una via principale, lungo la quale si allineavano le case più grandi che appartenevano alle famiglie più in ‘vista’ , ossia nobili e benestanti e dalla quale si dipartivano vicoli stretti e scoscesi, nei quali vi erano numerose case che si fronteggiavano, spesso collegate tra loro con archi e supportici, caratterizzate dai tipici ‘ jafii’ . Il termine, forse deformato attraverso la trasmissione orale, potrebbe essere stato originato da ‘atrium’ che significa incrociato con ‘ianua’ che vuole dire porta.
È ancora possibile trovare antichi ‘jafii’ girovagando per i vicoletti del paese, anche se in condizioni fatiscenti evocano alla mente scene di quotidianità di mezzo secolo fa e anche prima. Era proprio tramite questi ‘ jafii’ che si accedeva, all’abitazione vera e propria. Il piano terra ‘suttano’, era generalmente adibito a ricovero per animali da soma e da cortile ‘ciucciarell, crap, purcell, pcurell, cungliozz, jallnell’ o anche a cantina e legnaia. Talvolta il ‘suttano’ costituiva l’abitazione di famiglie indigenti, costrette a convivere in poco spazio con le proprie bestiole e in condizioni igieniche assai carenti. La parte sottostante ogni ‘jafio’ era un vuoto utilizzato per lo più a porcile o a pollaio ‘roll’. Era abitudine, delle donne e degli anziani, fare qualche lavoretto o riposare davanti alle soglie delle abitazioni, conversando con i vicini o con i dirimpettai. Ancora oggi in paese è possibile vedere vecchiette e vecchietti riposarsi sul ‘jafio’, sedute su di una sedia impagliata si riscaldano al sole ‘sulacchian’ e di tanto in tanto si appisolano.

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