Come ad esempio quando tra un metro di neve salvarono una anziana donna che era rimasta in casa per alcuni giorni con il femore rotto. E quando a seguito dello scoppio di una bombola di gas hanno sfidato fiamme e pericolo per trarre in salvo sempre una anziana. Adesso, un misero guasto al motore dell’ambulanza ha fermato i giovani volontari che erano intervenuti per fronteggiare l’ennesima emergenza. I familiari, rispetto alla prospettiva del soccorso pubblico che avrebbe destinato l congiunto colpito da ictus in una struttura della lontanissima Benevento, hanno portato il paziente con un’autovettura alla volta del Cardarelli di Campobasso, dove si è potuto intervenire con urgenza e l’attrezzatura necessaria. Ma il problema dei soccorsi sul territorio si acuisce ora con la debacle del motore dell’ambulanza della Misericordia. Il presidente Salvatore Del Buono non nasconde la propria delusione nel comunicarci l’accaduto, evidenziando le mille difficoltà cui sono assoggettati nel compiere il loro lavoro. Ma non si può non riconoscere a questi volontari l’importanza e la necessità della loro presenza su di un territorio dai toni aspri riguardo la garanzia di sacrosanti diritti quale ad esempio quello alla salute, spesso negato. Stavolta devono essere gli alttri a soccorrere la Misericordia. A questo punto sarebbe necessario un intervento da parte dell’amministrazione comunale, magari con un adeguato contributo economico per consentire l’acquisto di una nuova ambulanza. Ma crediamo anche che debba essere la stessa cittadinanza, una volta tanto dover correre in soccorso della Misericordia, magari con una sottoscrizione di contributo volontario e manifestare un forte ringraziamento a chi ventiquattro ore su ventiquattro vigila sulla sua esistenza.
di C.A. da "IL MATTINO" del 05/12/07