È il servizio di base che da cinquant’anni aspetta la terra «disgraziata» che dovette fare i conti anche con il terremoto durante i lavori interminabili: la struttura fu conclusa alla metà degli anni Settanta, ma alcuni anni dopo, vedendo che l’ospedale non entrava in funzione, alcuni cittadini istituirono un comitato e scrissero lettere all’allora presidente Sandro Pertini.
Ora l’ospedale ospita un centro analisi e alcuni uffici amministrativi della Asl. «Furono fatti anche concorsi, assunzioni – racconta sempre Pacifico -, ma le persone venivano assunte a San Bartolomeo e poi spostate dall’Asl a Benevento». Le stranezze sono anche infrastrutturali: «Hanno costruito l’eliporto per trasportare i casi gravi con l’elicottero, ma la nuova strada provinciale è troppo vicina». Nemmeno l’eliporto quindi è operativo. C’è poi un immobile che è stato «trasformato in parcheggio per l’ospedale». Ma senza ospedale a che serve per un paese di 6mila abitanti? «Un pozzo senza fondo di sprechi».
Per la fine di settembre i cittadini stanno organizzando un evento pubblico in occasione del cinquantenario del Padre Pio: una festa che è una provocazione, paradossale come la storia di mezzo secolo di responsabilità politiche e amministrative.
da "Il Giornale.it" del 17/09/2008