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Saggio e passi d’addio per l’Arabesque

Anche quest’Anno la New Dance School Arabesque di Annamaria Tranfaglia, ha chiuso l’anno accademico con il saggio e tre passi d’addio delle allieve Antonella Pacifico, Francesca Pacifico e Maria Cifelli. Un saggio che diventa sempre più un vero spettacolo che, facendo ovviamente le dovute proporzioni, non ha nulla da invidiare a rappresentazioni di gran livello. Lo spettacolo si è articolato in tre parti.

La prima ha interessato la parte tecnica del percorso classico, la seconda parte il moderno e la terza parte,  l’hip hop con la partecipazione dei ballerini Antonio Alfieri, Davide Ricciardi, Raffele Pennacchio e Luigi Russo. Tutte le allieve, una quarantina, si sono potute cimentare in tutte le discipline, con i musical, Le Stagioni di Verdi,  La Bella Addormentata, Peter Pan, Chicago e Il mondo di Hanna. Ad estasiare la vasta platea sono state le tre diplomande che con le loro performance, accompagnate dal ballerino professionista, Nicola Assalto, hanno saputo infondere tanta grazia e tanta emozione, attestando ancora una volta la grande professionalità che la scuola Arabesque garantisce alle sue allieve, molte delle quali hanno continuato il percorso didattico aprendo una scuola propria. La maestra, Annamaria Tranfaglia, riesce ad inculcare sin dall’inizio concetti secondo cui chi insegue la propria passione non può considerare un sacrificio il percorso. La danza deve essere vista come una forma artistica con cui, fatti salvi gli elementi di base, si può dare sfogo alla creatività e linguaggio del corpo senza prescindere da una tecnica ben precisa che richiede anni di studio prima di raggiungere risultati apprezzabili. Tutto questo impone la danza classica, da sempre nell’immaginario di tutti la danza per eccellenza, che richiede un grande impegno, dedizione, disciplina e anni di studio per giungere al fatidico passo d’addio che rappresenta la prima tappa della vita artistica. Un percorso che si snoda sin dal suo inizio tra doti che servono, e che si acquisiscono con il lavoro e con l’impegno costante. Iil senso del ritmo, la musicalità, l’equilibrio, e ancora il portamento, la postura eretta, un fisico snello, agile, mobile, espressivo. Ballare è, infatti, parlare coi movimenti del proprio corpo, quindi è indispensabile che il corpo sia agile ed ovviamente che sappia trasmettere emozioni attraverso il movimento. Per imparare a ballare serve maturare un’ottima resistenza fisica, per sopportare la fatica e lo stress, e anche una gran resistenza mentale, attitudine al sacrificio, disciplina. Non è solo una questione di imparare alla perfezione i passi di danza e di saperli rifare, ma di saper comunicare arte col proprio corpo: tutto questo verrà naturale con l’esperienza. La personalità, in qualsiasi disciplina, si rafforza col lavoro. E come dice la stessa Tranfaglia, i più bravi maestri di danza sono coloro che non smettono mai d’imparare. Al grande lavoro svolto da Annamaria c’è l’indispensabile nonché altamente professionale di Antonella Tranfaglia, la sua diretta collaboratrice.

Celestino Agostinelli

 

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