Antonio Pacifico (classe 1948)
Notate che sulla facciata sono disegnate due scacchiere che hanno retto all’usura del tempo. Abbellimenti o meridiane?….
Ammirate questo pozzo, miracolosamente salvo, pertinenza della masseria.
I particolari costruttivi del pozzo e la vegetazione spontanea sulla cupola.
Notate la vasca di pietra finemente lavorata ove si versava l’acqua del secchio per arrivare subito all’abbeveratoio esterno, forse rubato.
Bello il rigoglio della pianta grassa che ha colonizzato quasi l’intera cupola e quest’altra – sempre succulenta – con le foglie ad imbuto (peltate).
La cupola è molto precaria ed appesantita dal cappuccio d’edera.
Notate a sinistra la mensola di pietra lavorata per appoggiare il secchio.
Andrebbe tutto rinforzato, rischia seriamente il collasso….
Ed eccovi la chicca del giorno.
Questa vecchia casella praticamente intatta, in vista del paese.
Sull’architrave, vedete, reca la data 1936, poco prima dell’inizio dell’ultima guerra. E’ di un marchese che ora vive a Salerno ed è fittata ad una signora di Castelvetere che abita nella casa nuova poco distante.
I locali molto, molto spartani, sono disposti a schiera e contiengono ancora i camm chèmbr – vedete – di ferro zincato.
Questa rosa sull’ultima foto, fiorita a Natale… è profumata.
I locali sono usati come pollaio e c’è una capra.
Di aggiunto c’è solo un muretto di cinta in tufo.
A cura di Antonio Pacifico (classe 1948)