Già a metà dell’800, quando San Bartolomeo faceva ancora parte del Regno delle Due Sicilie ed era un circondario del Distretto di Foggia, si parlava di istruzione da potenziare e strade carreggiabili da realizzare al più presto, pena l’isolamento, non solo geografico, ma culturale di questo territorio. Da allora tante cose sono cambiate…Il Regno delle Due Sicilie, per fortuna, non esiste più; il Regno dei Savoia, che soppiantò quello borbonico, per fortuna è un lontano ricordo;
San Bartolomeo non è più un circondario e non è più neanche un comune della Capitanata. Tuttavia, mutatis mutandis, i problemi di allora sono ancora attuali: la pubblica istruzione rischia di essere ridimensionata piuttosto che rafforzata; la strada che dovrebbe rivitalizzare l’economia locale è un sogno nel quale ormai si fa fatica anche a credere. Eppure, nonostante le criticità, nonostante lo spopolamento, nonostante la cieca determinazione di qualcuno che in tutti i modi più ridicoli e più puerili sta cercando di negarle il diritto ad essere e a sentirsi il capoluogo del Fortore, San Bartolomeo in Galdo, allora come oggi, merita ancora di essere chiamata città, perchè delle città ha quella particolare autorevolezza che le deriva dalla storia, dalla posizione geografica invidiabile, dalla laboriosità, dall’ingegno e dalla ospitalità dei suoi abitanti.
(Nicola Falcone, “Monografia del Circondario di San Bartolomeo”, tratta da “Il Regno delle Due Sicilie, descritto e illustrato”, metà dell’800)
Prof. Emanuele Troisi