Home Editoriali Cronache dall'Entroterra ZES: l’ennesima occasione mancata per il Sannio (quello vero!)

ZES: l’ennesima occasione mancata per il Sannio (quello vero!)

Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata alla redazione di sanbartolomeo.info, questa pomeriggio, a firma M.P., a commento dell’articolo apparso su “Il Mattino” di Benevento di oggi, in cui si analizza, con parole lusinghiere l’inserimento del Sannio tramite due siti, quello dell’Area Asi di Ponte Valentino e dell’area industriale di contrada Olivola, nel Piano di Sviluppo Strategico della Zona Economica Speciale della Campania. Peccato che nessun riferimento venga fatto alla zona più povera e con maggiore deficit infrastrutturale del Sannio, il Fortore beneventano, meritevole, questa sì, del riconoscimento governativo quale zona con fiscalità di vantaggio, in modo da poterne contrastare organicamente, una volta per tutte, l’impoverimento costante di risorse umane e morali in una spirale negativa inarrestabile, ormai avviata più di 60 anni fa, a partire dalla forte ondata emigratorio che ha caratterizzato più in generale il meridione d’Italia nel secondo dopoguerra. I nostri lettori ricorderanno i diversi interventi di cui si è fatto promotore il portale sanbartolomeo.info, come cassa di risonanza, volti alla sensibilizzazione sulla necessità ormai improrogabile che la politica, a tutti i livelli, impedisca che l'”Italia Alta” si estingua, e con essa l’ossatura e l’identità nazionale.
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<< A leggere i giornali di stamattina (29 marzo) pare che per il Sannio ci sia una buona notizia, anzi ottima: nel piano redatto dalla regione Campania per istituire le Zone ECONOMICHE SPECIALI pare che sia presente anche il Sannio.

Parliamo delle ZES, appunto le Zone Economiche Speciali, che inizialmente erano riservate alle zone portuali e che man mano hanno visto allargare la propria portata anche alle zone interne (e se c’è stata la volontà di trovare – per le aree non territorialmente adiacenti- la sussistenza di un nesso economico/funzionale con le aree portuali, avrebbero potuto trovarlo anche per la nostra zona), ed in queste zone saranno disponibili varie forme di incentivazione per le imprese anche importanti con sgravi fiscali (rimborso IRAP) e agevolazioni per nuovi investimenti (credito d’imposta del 50% ) e altre forme di agevolazioni e semplificazioni amministrative e burocratiche.
Orbene, tra i 37 comuni presenti nel piano il Sannio, il vero Sannio, non è presente. Sono presenti l’area ASI di Ponte Valentino e la zona industriale di contrada Olivola, due territori ricadenti nell’agglomerato di Benevento.
Ancora una volta dobbiamo subire inermi, nel silenzio, come ormai ci hanno abituato, a costatare che le nostre zone non rientrano in progetti di sviluppo che potrebbe portare queste zone ad invertire la rotta, a crescere o almeno a non decresce.
Non capiamo come ci si possa ricordare di noi solo per i pali eolici, per l’individuazione delle discariche e degli inceneritori, per l’esplorazione di giacimenti petroliferi ed invece nel momento in cui possono esserci delle programmazioni importanti (come le ZES) veniamo eliminati da subito, senza nemmeno prenderci in considerazione.
Poteva essere un’occasione importantissima per il Sannio – quello vero – per un rilancio delle zone interne, quelle zone più depresse della provincia di Benevento, quelle che stentano, quelle che non hanno ancora strade degne di essere chiamate tali e che non hanno nemmeno la fibra ottica, ma ci accontenteremmo anche dell’ADSL a 20 mega.
La colpa è anche nostra, non riusciamo ad esprimere personalità in seno agli enti che contano, alle associazioni di categoria e gli amministratori locali sono lontani dalle istituzioni al di sopra di loro e che comunque, quando si parla di Sannio hanno le orecchie chiuse.
A questo punto, visto che in settimana il Ministro uscente dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha annunciato la pubblicazione della Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee), che altro non è che la mappa dei luoghi (60/70 comuni in tutta Italia) che hanno tutte le caratteristiche (zone poco abitate; sismicità modesta; senza rischi di frane o alluvioni) per ospitare le strutture ove conservare tutti gli scarti radioattivi, non si ricordi noi…>>
M.P.


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