La storia che abbiamo letto e riportiamo ha avuto un “lieto fine”. Non sempre però, succede che “tutto è bene ciò che finisce bene”.
Il tutto ha inizio poco prima del 2006, quando l’Amministrazione comunale di Lucera chiese all’ANAS la cessione di 3 km della S.S. 17 che da Campobasso conduce a Foggia, asserendo che il tratto in oggetto (per la precisione dal km.318+680 al km.321+590) fa ormai parte del centro abitato della cittadina dauna. L’ANAS si oppone, ma al termine di una breve vicenda giudiziaria, nel 2006 l’Amministrazione Labbate ottiene la cessione del segmento di strada.
Tutta questa operazione fu costruita per favorire l’apertura di due distributori di benzina, vietati dai parametri vigenti per le strade nazionali.
Passata la strada al comune di Lucera, l’apertura dei due distributori fu autorizzata, ma iniziarono i problemi per la sua manutenzione, che tra l’altro comprende anche due piccoli viadotti.
Gli esausti bilanci comunali non hanno permesso nessuna manutenzione del segmento di strada, in quattordici anni il tappetino stradale è divenuto quasi inesistente, come possono confermare le sospensioni delle nostre auto quando ci rechiamo a Foggia, i viadotti sono logorati. Lo scorso anno transitò il Giro d’Italia che procedette alla bitumazione di quasi tutta la Campobasso – Foggia, ad esclusione dei tre chilometri di competenza del comune di Lucera.
L’unica soluzione che la nuova amministrazione lucerina ha individuato è stata la cessione del tratto nuovamente all’ANAS, ma non è stato semplice, c’è voluta una nuova querelle giudiziaria e una nuova definizione dei confini urbani.
Probabilmente l’ANAS impietosita, ha ceduto alle richieste del sindaco e ad aprile di quest’anno, dopo ben 14 anni ha accettato la restituzione del segmento stradale e a breve provvederà agli interventi improcrastinabili di manutenzione.
Il tutto si è concluso nel migliore dei modi, ma quante volte l’interesse del singolo prevale su quelli dell’intera comunità?
Forse sarebbe ora che nelle scuole si leggesse e studiasse “Lo Stato siamo noi” di Piero Calamandrei, giurista e padre costituente che non ha mai abdicato ai suoi principi.