Un giorno riusciremo a cambiare la toponomastica di San Bartolomeo in Galdo, trasferire Garibaldi, Margherita, Maria Josè in qualche traversa di rione Ianziti e cassare definitivamente Piazza Umberto I.
Umberto di Savoia è stato il sovrano coinvolto nello scandalo della Banca Romana e fu salvato da Giolitti; fu il sovrano che insignì il generale Bava Beccaris, della Gran Croce dell’Ordine Militare dei Savoia, per i suoi grandi meriti nell’aver ammazzato oltre 100 poveri cristi e ferito almeno 500, rei di aver chiesto solo un po’ di pane.
Noi gli abbiamo dedicato una delle più importanti piazze del paese.
Eppure quella piazza potrebbe essere dedicata a persone ben più meritevoli. Oggi vogliamo delinearne la biografia di una di loro, che potrebbe tranquillamente sostituire il sovrano savoiardo nella toponomastica: il trasvolatore atlantico Ademaro Nicoletti Altimari.
Il Maggiore della Regia Aeronautica Ademaro Nicoletti Altimari era legato a San Bartolomeo in Galdo a motivo del matrimonio con Donna Maria Laura Catalano figlia del Comm. Angelo e della nobildonna napoletana Maria Luisa Nunziante.
Il Maggiore Nicoletti Altimari proveniva da una famiglia legata alla nascente Aeronautica Militare, fondata da Italo Balbo nel 1923.
Fu uno dei primi a lanciarsi con un paracadute sperimentale nel 1925 e soprattutto partecipò alla trasvolata atlantica con il generale Italo Balbo nella Crociera aerea del Decennale del 1933, quale pilota della squadriglia Bianca cerchiata, per tale impresa, paragonabile oggi ai viaggi nello spazio dei nostri astronauti, fu insignito dal Duce e dal Re Vittorio Emanuele III della Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico.
In America le centurie italiane furono accolte con grandi onori, tra le personalità che accorsero a celebrare Balbo ed i suoi, vi fu anche Jacqueline Cochran, la prima donna a superare il muro del suono e moglie di Floyd Odlum uno dei dieci uomini più ricchi del mondo.
Allo scoppio della II Guerra Mondiale, avrebbe potuto ottenere di restare in Patria a svolgere incarichi in tutta sicurezza presso il Ministero dell’Aeronautica, ma anche contro il volere dello Stato Maggiore della Regia Aeronautica decise di volare verso i teatri di guerra dove si distinse in pericolose missioni, in una delle quali in un’isola del Dodecaneso riuscì ad affondare una nave inglese.
E fu proprio durante una missione di bombardamento che il suo aereo ebbe un’avaria e fu costretto ad un atterraggio d’emergenza. L’aereo, che trasportava bombe, prese fuoco, ma il maggiore Nicoletti Altimari, invece di mettersi in salvo, riuscì a trasportare fuori dall’aereo tutto l’equipaggio. Durante l’ultimo soccorso l’aereo esplose e una lama di fuoco investì il maggiore che si accasciò ustionato al suolo. Trasportato nell’ospedale da campo di Rodi in Grecia spirò poco dopo a seguito delle gravissime ustioni.
Tale gesto gli valse la Medaglia d’oro al Valor militare la massima onorificenza italiana, che fu consegnata dal Duce alla inconsolabile vedova Laura Catalano con tale motivazione:
«Trasvolatore atlantico, comandante di un gruppo di velivoli da bombardamento veloce, alla testa dei suoi gregari compiva con somma audacia e grande perizia un fulmineo attacco contro la flotta inglese navigante in mare aperto, riuscendo a colpire e ad affondare, nonostante la violenta reazione contraerea, una nave da guerra nemica. Primo in ogni rischio partiva di notte per compiere un bombardamento su lontana e munita base avversaria, ma, dopo il decollo a pieno carico, per improvvisa avaria dei motori, era costretto a discendere su terreno accidentato, riuscendo con grande perizia a posarvi l’apparecchio che si incendiava. Benché subito avvolto dalle fiamme che gli mordevano di già le carni e cosciente del grave pericolo di imminente scoppio delle bombe, nell’intento unico di salvare l’equipaggio, lasciava per ultimo il velivolo e, dopo aver rivolto ancora una volta parole di fede e di sprone ai suoi dipendenti, che infatti riuscivano a salvarsi, con superbo stoicismo sopportava le atroci sofferenze del suo corpo bruciato, chiudendo così eroicamente la sua gloriosa vita di volatore e di soldato. Cielo del Mediterraneo Orientale, giugno – luglio 1940.» — Regio Decreto 11 luglio 1941 |
La figura del Maggiore Ademaro Nicoletti Altimari illumina la storia di San Bartolomeo e sarebbe bello e soprattutto doveroso intestargli una piazza.
Ringrazio Cristina Giuliani, erede Catalano e nipote del Maggiore Nicoletti Altimari per avermi permesso di visionare e pubblicare le foto successive.