Home Editoriali Politica Autonomia differenziata: di fatto già c’è.

Autonomia differenziata: di fatto già c’è.

Si fa un gran parlare di Autonomia differenziata in questi mesi. Il partito di governo della Lega deve rendere conto ai suoi elettori che vogliono più autonomia, tradotto: più soldi.

In realtà con l’Autonomia differenziata non si farà altro che cristallizzare una situazione che di fatto già esiste. Il Nord ha ed avrà più soldi, il Sud ne avrà leggermente di meno.

A leggere i Conti Pubblici Territoriali voluti dal mai troppo compianto Carlo Azeglio Ciampi, capiamo già che aria tira e tirerà.

Un cittadino della Valle D’Aosta vale per lo Stato italiano euro 25870,64, un cittadino della Campania euro 13721,23, una differenza di spesa di ben euro 12149,41.

Andando nello specifico l’Emilia Romagna del candidato alla segreteria del PD Stefano Bonaccini, grande fautore dell’Autonomia differenziata da Presidente della Regione, convertito all’unità nazionale da candidato segretario, spende per la sanità di ogni suo cittadino euro 2337,48, mentre De Luca compagno di partito ha una capacità di spesa per i suoi cittadini di euro 1654,15.

Agli occhi della gente, Bonaccini è molto più capace di De Luca nell’amministrare. Forse è vero, ma io vorrei dare anche a De Luca gli stessi soldi e capire se Bonaccini è davvero migliore.

Non puoi fare una gara di 100 metri, con il tuo avversario che parte con 30 metri di vantaggio.

Chi voglia dilettarsi con i dati, può trovarli a questo link:

https://www.contipubbliciterritoriali.it/EASYCPT/spese/EASYCPT_Spese.html

Il tutto per dire che si continua a favorire una parte d’Italia a scapito dell’altra. Di stamattina la notizia che l’Europa è in procinto di creare una nuova Agenzia, l’AMLA (Anti Money Laundering Authority), tra le candidature per ospitarne la sede, l’Italia ha avanzato Milano e Roma. Per non irritare i romani, Giorgetti ha lasciato Milano in posizione defilata, puntando su Roma, ma non ritirando la candidatura della città meneghina, poiché ha candidato Milano ad essere sede del Tribunale Europeo dei Brevetti in uscita da Londra.

Per la cronaca, le uniche due sedi europee presenti in Italia sono l’Autorità per l’Alimentazione che Parma ha scippato a Foggia e la Fondazione per la Formazione insediata a Torino.

Quando ci fu la possibilità di avanzare la candidatura per l’Agenzia Europea del Farmaco sempre in uscita da Londra, l’Italia candidò nuovamente Milano, fortunatamente fu assegnata all’Olanda.

Perché candidare nuovamente città del centro-nord per le sedi delle Autorità Europee? Tra l’altro un’Agenzia sull’Antiriciclaggio potrebbe tranquillamente essere istituita a Cosenza, a Catanzaro o a Reggio Calabria, dove il Procuratore Gratteri sta facendo un lavoro immenso riconosciuto a livello mondiale.

L’obiezione è semplice, ma la Calabria è collegata malissimo all’Europa, vero, ma sarebbe un ottimo motivo per darle quei collegamenti che merita.

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