San Bartolomeo in Galdo nel 1999 si è espresso contro l’eolico. I cittadini raccolsero oltre 2000 firme per dire no alle torri eoliche e tale volontà fu recepita con delibera del Consiglio Comunale del 29 dicembre 1999.
E per oltre vent’anni, nonostante reiterati progetti di torri eoliche sul nostro territorio, grazie all’impegno di qualcuno e ai rifiuti delle amministrazioni di turno, il comune di San Bartolomeo è riuscito a salvarsi, unico paese in Valfortore.
La crisi energetica susseguente alla guerra in Ucraina ha spinto i prezzi dell’energia alle stelle e le società dell’eolico ne hanno subito approfittato incalzando i governi ad emanare leggi più favorevoli per loro, che non tenessero affatto conto delle istanze dei territori.
La crisi energetica è di fatto rientrata, a fine febbraio il megawattora di gas sul mercato di Amsterdam è sceso a 49,2 euro, era da agosto 2021 che non si vedevano prezzi così bassi.
Eppure l’aggressione di Stato, Regioni e società dell’Eolico al territorio non conosce soste.
San Bartolomeo aveva provato a resistere, purtroppo non è più così. Nell’incontro tenuto dall’Amministrazione Comunale il 3 febbraio il sindaco conclude con un sostanziale via libera all’eolico, egli chiude l’incontro dicendo: “La nostra idea quindi sarebbe questa: raggiungere e formalizzare, anche in tempi stretti, una intesa se e solo se, si verificano solo una serie di condizioni: riconoscimento della royalty massima prevista dalla legge 3% della produzione lorda vendibile annua, l’impegno a fornire al Comune il proprio know-how nel settore energetico e tutta la necessaria assistenza tecnica per la realizzazione da parte del Comune di una comunità energetica oppure di propri investimenti in campo energetico e considerato anche lo sforzo che è stato compiuto negli ultimi anni nel risistemare, ricostruire quella che era la viabilità comunale, pretendiamo, vogliamo e chiediamo anche un impegno formale non solo a ripristinare il perfetto stato dei luoghi e le infrastrutture stradali esistenti ed utilizzate per il transito necessario alla realizzazione e alla manutenzione dell’impianto, ma un impegno formale ad un mantenimento dello stato dei luoghi e naturalmente l’impegno ad adeguare a proprie spese le infrastrutture stradali affinché siano in grado di sopportare il transito necessario alla realizzazione ed alla manutenzione dell’impianto, ed infine, l’impegno, altrettanto formale, al massimo coinvolgimento di forniture e maestranze locali durante tutte le fasi di vita del parco, quindi: realizzazione, messa in esercizio e manutenzione. Se noi davvero, non è scontato, non è detto che sia così, se noi davvero dovessimo riuscire ad ottenere per la comunità quindi, per ognuno di voi, questa serie di benefici, in considerazione dei mutati eventi che abbiamo detto: i mutati eventi internazionali, della crisi energetica, del mutato atteggiamento nelle procedure autorizzative, in considerazione delle autorizzazioni già concesse nel nostro comune, beh! Forse saremmo dei pazzi a non coglierle e realmente e sinceramente non opereremmo con la diligenza del buon padre di famiglia”.
Alla luce della nuova politica amministrativa che diverge dalla stessa che portò alla protesta svoltasi a contrada Marano nel 2021 (https://www.ntr24.tv/2021/11/20/la-protesta-di-san-bartolomeo-in-galdo-no-al-parco-eolico-in-localita-santangelo/), vediamo come è la situazione eolico nel nostro paese, che ricordiamo era ed è, fino ad inizio sbancamenti, l’unico paese della Valfortore senza pali eolici.
Le società eoliche che hanno chiesto autorizzazioni per la costruzione di impianti eolici sul nostro territorio sono ben 4, un’aggressione in piena regola.
La prima è Irpinia Vento, che come ultimo progetto, dopo diverse presentazioni e variazioni, prevede un “parco” eolico costituito da 6 pale della potenza di 5MW per un totale di 30 MW, da costruirsi tra Poggio della Faiola e Monte Taglianaso. Ultimo crinale “pulito” che possiamo ammirare dal paese, quello che punta ad est.
Il Comune non ha presentato osservazioni contrarie, dispiace, prendiamo atto della loro politica, ma non la condividiamo, l’amministrazione è convinta che con o senza la loro volontà gli impianti li costruiranno lo stesso, magari hanno ragione, tuttavia, noi non disperiamo e chiedendo l’aiuto di uomini di buona volontà, nello specifico gli amici del Fronte Sannita per la difesa delle montagne, sono state presentate delle osservazioni contrarie alla realizzazione degli impianti.
Con nostra meraviglia e felicità, abbiamo visto che siamo in buona compagnia, insieme alle nostre osservazioni contrarie, vi sono quelle della Provincia di Benevento, quelle del sig. Marco Sullo, che non conosciamo, ma a cui va il nostro grazie e il parere dell’ARPAC che nota come mancano al progetto i report fonometrici, e pertanto chiede un’integrazione.
Il sig. Sullo nelle sue osservazioni fa notare come questo progetto in realtà sia stato presentato circa dieci anni fa e mai realizzato, il che evidenzia sia l’opposizione delle popolazioni, sia le criticità oggettive che tale progetto presenta.
Marco fa notare che probabilmente il progetto di Irpinia Vento srl non ha tenuto in considerazione altri progetti autorizzati, ma anche quelli autorizzati ma non realizzati, e nemmeno quelli in itinere, e fa un elenco non esaustivo di tali progetti:
- Progetto denominato “Castelvetere” da 62 MW da energia eolica localizzato nei comuni di Baselice (BN), Colle Sannita (BN), Castelvetere in Valfortore (BN), Castelpagano (BN), Circello (BN) e Morcone (BN) in autorizzazione ministeriale;
- Progetto della Edison SPA da 30 mw da energia eolica localizzato nel comune di San Bartolomeo in Galdo (BN) in fase di autorizzazione;
- Progetto della Edelweiss Power srl da 28 MW localizzato in San Bartolomeo in Galdo (BN) già autorizzato;
- Progetto “Parco Eolico di Tufara” della società Wind Energy Italy 2 S.r.l. da 30 MW localizzato a San Bartolomeo in Galdo (BN), Tufara (CB) e San Marco la Catola (FG);
Marco cita ancora altri 18 MW da realizzarsi a Baselice (BN) dalla E-Way Finance S.P.A, altri 37,95 MW in località Pietramonte, Baselice (BN) della C&C Energy e altri 30 MW a Foiano della Ecoenergia Foiano srl, ribadendo che l’elenco non è esaustivo, non tenendo conto di altri impianti sul versante pugliese e molisano.
Facendo i conti della serva tra San Bartolomeo e comuni limitrofi si prevede una potenza da installare di ben 266 MW.
Ricordiamo che a luglio dello scorso anno la società Edison ha rilevato da Axpo un parco eolico da 66 MW che aggiunto a quello che già aveva hanno portato la sua potenza a 136 MW, e con grande enfasi la società sul proprio sito scrive che tale potenza equivale al fabbisogno energetico di ben 96000 famiglie. Avete capito bene, 136 MW per 96000 famiglie (https://www.edison.it/it/edison-rileva-da-axpo-un-impianto-eolico-da-66-mw-campania), contate quante famiglie potrebbero soddisfare i 266 MW previsti da noi.
Come minimo, a seguito del grosso sacrificio territoriale che ci chiedono, dovremmo avere energia gratis per tutto l’anno, non solo noi civili, ma anche le industrie presenti sul territorio della Valfortore, eppure se ci va bene, al massimo ci aggiusteranno le strade che loro romperanno, ci daranno qualche posto di lavoro quali manutentori o custodi, e qualche elemosina come compensazione ambientale.
Non solo Marco Sullo invia delle osservazioni negative sull’impianto, ma anche la Provincia di Benevento esprime le sue perplessità. In primis l’impianto eolico di Monte Taglianaso, molto vicino al bosco Montauro, una delle poche risorse naturali di San Bartolomeo, e zona verde da valorizzare anche nei piani dell’Amministrazione Comunale, si sovrappone alla Rete Ecologica Provinciale, in particolare l’impianto ricade in una zona denominata “riserva secondaria di naturalità”. Tra le altre cose, chi vorrà leggere le osservazioni integralmente, le troverà a questo link: http://www.viavas.regione.campania.it/opencms/opencms/VIAVAS/VIA_files_new/Progetti/prg_9400_prot_2022.349054_del_06-07-2022.via?fbclid=IwAR3qrE18kK6gL__MED97SzHywblLeEdAORs0NOsDs-TK1zh3rxo5wZIPkFM
La Provincia di Benevento nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale tutela i crinali, considerandoli importanti per la connotazione dei paesaggi collinari e montani, pertanto, in una fascia di 300 m. ai lati della linea di crinale vanno evitati sbancamenti del terreno che alterino la percezione visiva delle linee di crinale, non uno, ma ben 3 pale eoliche ricadono in questa fascia.
Infine, ben 4 pale eoliche ricadono all’interno dell’istituto faunistico denominato “Zona di ripopolamento e cattura di San Bartolomeo in Galdo” previsto dal Pvfp 2022-2025.
Le Osservazioni del Fronte Sannita per la difesa delle montagne mettono invece in evidenza le mancate distanze tra gli impianti, sia per evitare l’effetto selva, sia per una migliore ottimizzazione delle macchine e mostra i calcoli sulla distanza, che in caso di rottura, i frammenti delle pale eoliche possono raggiungere, con grave pericolo di masserie e persone che percorrono le strade adiacenti agli impianti.
La disciplina per impianti di energia rinnovabile è prevista dal D.M. 10.9.2010 e di certo non è favorevole ai comuni ed ai territori, pur tuttavia prevede che per la realizzazione di impianti fotovoltaici, biomasse o eolico siano prevalentemente da usare aree già degradate da attività antropiche ed ancor più importante il D.M prevede “il coinvolgimento dei cittadini in un processo di comunicazione e informazione preliminare all’autorizzazione e realizzazione degli impianti o di formazione per personale e maestranze future”.
Crediamo che la maggior parte dei cittadini di San Bartolomeo non sia a conoscenza dei quattro impianti, per ora, previsti sul nostro territorio. Al netto dell’incontro sulla comunità energetica e della protesta del novembre 2021, non ci si è premuniti di informare la cittadinanza di quello che sta avvenendo.
Tornando per un attimo alle famose royalties del 3%, occorre fare chiarezza, prima di incappare in un eventuale pacco.
Qualche anno fa, molte società dell’eolico si rifiutarono di pagare le royalties ai comuni (https://quotidianodifoggia.it/eolico-sui-monti-dauni-le-societa-non-pagano-piu-le-royalties/), intervenne la Corte Costituzionale che con la sentenza del 23 marzo 2021 n. 46 di fatto fece saldare i crediti vantati dai comuni fino al 2019, da quella data e per il futuro i comuni non avevano nulla a pretendere alla luce delle linee guida del 2010 secondo cui “…le compensazioni volte in tutto o in parte al riequilibrio ambientale e territoriale, vanno determinate entro limiti percentuali (massimo 3% della valorizzazione dell’energia prodotta e/o che si andrebbe eventualmente a produrre in caso di repowering) concordati nell’ambito di apposita Conferenza dei Servizi e non autonomamente tra operatori economici e Comuni”.
Ciò che è scritto è chiarissimo ed è ribadito da molti Tribunali Amministrativi: le convenzioni che prevedono per gli impianti eolici oneri meramente economici, sono nulle,specie se a favore del Comune. Il Comune non ha alcuna competenza amministrativa in materia di impianti eolici.
Solo in Conferenza dei Servizi Stato – Regioni si possono prevedere misure compensative, mai meramente economiche, ma solo di carattere ambientale e territoriale.
Un caso eclatante successo a pochi chilometri da noi, fa capire come le società dell’eolico siano restie a far patti e soprattutto a rispettarli. Il comune di Pietramontecorvino, nel 2013 stipulò una convenzione con le società dell’eolico, come compensazione per un impianto eolico localizzato in agro dei Monti Corvini, la società dell’eolico in cambio si impegnò a lasciare, dopo nove anni, la proprietà di 4 pale eoliche al Comune. Inutile dire che il comune di Pietra trascorsi i 9 anni, sta ancora aspettando le torri, (https://www.foggiatoday.it/economia/comune-pietramontecorvino-voreas-diniego-trasferimento-gratuito-pale-eoliche-ricorso.html), oltre alla mancata consegna dei pali nella disponibilità del Comune, la società dell’eolico ha smesso anche di pagare le royalties, mettendo in grave difficoltà il bilancio di Pietramontecorvino.
Sarebbe, stando alle norme appena illustrate, molto difficile, costituire una comunità energetica con le ipotetiche royalties che verrebbero versate al comune. Quali royalties ci chiediamo a questo punto.
Noi siamo relativamente fortunati, perché possiamo ben valutare le sirene dell’eolico con la lente del disincanto, visto che ormai sono quasi 30 anni che i comuni si interfacciano con le società del vento, e ciò che andremo a vivere, molti lo hanno già vissuto.
Prendiamo ad esempio Baselice, dove si è devastato un territorio in cambio di pochi spiccioli, fontane secolari, vanto della comunità rovinate, strade dissestate, ovviamente nell’attesa del ripristino.
L’Amministrazione Comunale nell’incontro del 3 febbraio 2023 pone una serie di condizioni per non opporsi all’eolico, in realtà già le mancate osservazioni per l’impianto di Taglianaso è una mancata opposizione, chiede:
- Royalties al 3%, ed abbiamo visto come se anche dovessero concedertele, sono destinate a compensazioni ambientali, per capirci, non possiamo comprarci le panchine che mancano in piazza;
- L’impegno a fornire il proprio know-how nel settore energetico per costituire una comunità energetica. Anche in questo caso la richiesta sembra davvero minimale, visti i tecnici locali e soprattutto gli ingegneri sanbartolomeani che lavorano fuori sede;
- Ripristinare il perfetto stato dei luoghi, e ciò le società te lo concedono senza che glielo chiedi, è il minimo sindacale, il problema si riproporrà magari, quando dovranno sostituire una pala e sfasceranno nuovamente la strada, è capitato, capiterà;
- Adeguare le infrastrutture stradali a proprie spese per la costruzione dell’impianto e anche questo è previsto dalle linee guida, non stiamo chiedendo la luna;
- L’impegno ad assumere maestranze locali in fase di costruzione e manutenzione dell’impianto. Lo prevedono addirittura le linee guida, dunque non è una concessione che ci farebbero. E quando avranno assunto dieci, venti persone, ma devastato un territorio? Ricordo che anche quando fu costruita la discarica, il sindaco pro tempore promise l’assunzione di maestranze locali, sappiamo tutti come andò a finire. Inoltre, giusto per capirci, quale sia l’impatto di questo lavoro sullo spopolamento: Montefalcone in Valfortore è stato il primo paese della Valfortore a subire entusiasticamente i pali eolici, decine se non centinaia i Megawatt di potenza installata, pensate voi che i nostri vicini stiano messi bene demograficamente per quel poco di lavoro che offrono le società dell’eolico? Negli ultimi 20 anni Montefalcone, ha perso 539 abitanti, il 29,34% della popolazione. Noi senza eolico abbiamo perso il 26%. Siamo messi male anche noi, ma almeno non abbiamo i crinali devastati. E comunque il nostro spopolamento è inferiore a quello di Montefalcone.
Insomma, se non si fosse capito, noi siamo contrari alla costruzione dell’eolico a San Bartolomeo e a chi continuerà a dirci che volendo o nolendo lo faranno lo stesso, noi rispondiamo con le parole del grandissimo Franco Molfese: “Molti furono posti, dalle circostanze e dalla società in cui vissero, dinanzi all’alternativa di vivere in ginocchio o di morire in piedi”.
Noi non abbiamo la voglia di morire, ma di fronte ad un’ingiustizia grandissima: le società dell’eolico sempre più ricche, i territori sempre più poveri e devastati, ci opporremo strenuamente e con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione e rifiutando la loro elemosina.
Ad Maiora Ariadeno