Non ci voleva un analista della CIA per intuire cosa sarebbe successo al primo acquazzone. I prodromi si erano avuti durante il nubifragio del 26 luglio, ma come al solito furono ignorati.
Se quasi 100 anni fa, i tecnici che costruirono via San Vito inserirono delle caditoie di m 1×4 ogni 15 metri avevano le loro ragioni, ed infatti mai si erano avute difficoltà a camminare in via San Vito quando pioveva.
Ieri, è bastata la caduta di 10,50 mm di acqua per creare un fiume di 15 cm di profondità che scorreva per tutto l’alveo, pardon la larghezza di via San Vito, rendendo impossibile camminare senza stivali per l’acqua alta.
E’ stata cambiata in peggio la fisionomia e funzionalità di un quartiere fragilissimo, a cui dovrà giocoforza rimettersi mano, forse anche a breve.
Ci permettiamo di suggerire a tecnici e amministratori, almeno il ripristino delle caditoie, che con lucida intelligenza tecnici nati nel secolo scorso avevano progettato e realizzato.
Ad Maiora Ariadeno
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