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Festa dell’Unità Provinciale. Partito Democratico, Sindaci e proposte per le aree interne

Nel fine settimana del 12 e 13 ottobre 2024 a Foiano Valfortore si è svolta la Festa dell’Unità provinciale. Numerosi gli esponenti di primo piano del Partito Democratico che vi hanno partecipato.

A noi però, la diatriba sul terzo mandato di De Luca non interessa, la battaglia prossima ventura sull’Autonomia differenziata ci interessa meno, in fondo se siamo qui a combatterla la colpa è della Sinistra, con la scellerata riforma costituzionale del 2001.

Abbiamo seguito con interesse il dibattito tra sindaci locali e il responsabile nazionale del PD per le aree interne Marco Niccolai.

Ci spiace, essere troppo critici con i sindaci, ma ascoltando le loro relazioni ci hanno dato l’impressione di non avere contezza del problema aree interne, probabilmente è solo una nostra impressione, o forse una difficoltà di esposizione delle loro tesi, dovuta alla brevità del tempo concesso ai loro interventi.

Il primo a prendere la parola è stato Addabbo sindaco di Molinara. Addabbo ha centrato subito il problema e forse anche la soluzione. Ribaltando la famosa frase di Don Milani, il sindaco di Molinara, usando un po’ di demagogia, ha affermato che un bar di Molinara non può pagare le stesse tasse di un bar a Piazza Venezia a Roma.

Se vogliamo vedere sopravvivere queste zone la direzione in cui andare è quella di una fiscalità di vantaggio.

Se si fosse fermato a questa proposta avremmo giudicato l’intervento di Addabbo uno dei più esaustivi e pertinenti, ma il sindaco è andato oltre, e alla fiscalità di vantaggio ha aggiunto quale soluzione la riscoperta degli antichi mestieri.

A noi la riscoperta di antichi mestieri quali il sellaio e il maniscalco (dove sono i cavalli?), il bottaio (nell’era del moplen?), lo stagnino, l’impagliatore di sedie, il cestaio, il cretaio, ci sembra più una boutade che una soluzione.

Il sindaco di Montefalcone Sacchetti, ha parlato di dignità delle aree interne, scagliandosi contro la riduzione del numero dei parlamentari che hanno tolto il deputato di riferimento vicino alla gente. A noi non sembra che le aree interne manchino di rappresentanza, con la velocità ultrasonica delle informazioni, la velocità relativa degli spostamenti, crediamo che siano sufficienti Rubano e Matera quali rappresentanti, certo poi il discorso dovrebbe vertere sulla bontà e preparazione delle persone che ci rappresentano, ma non sulla quantità.

Il sindaco di Pannarano Iavarone minimizza il problema dello spopolamento attribuendolo a un calo fisiologico che colpisce tutto il paese. Anche in questo caso si dà una lettura parziale del problema. Se è vero che il calo demografico attinente alla natalità è generalizzato in tutto il paese, lo spopolamento riguarda solo alcune aree del paese e in particolare il Meridione d’Italia e le Isole. Solo per restare ai primi sette mesi del 2024 il Nord guadagna circa 30000 abitanti, il Sud e le Isole ne perdono circa 46000. Tuttavia Iavarone lancia uno spunto interessante parlando di sviluppo tecnologico quale volano per migliorare l’attrattività delle nostre zone, salvo poi riperdersi parlando di una improbabile ripresa del mercato immobiliare dei nostri paesi.

Il sindaco di San Marco dei Cavoti, se la prende con il troppo studio, e lancia la sua perla: Se vogliamo avere il figlio scienziato non possiamo pretendere che resti al paese. Forse il sindaco dovrebbe avere contezza che non parte solo lo scienziato, ma anche l’operaio. E che oltre ad aprire un B&B o fare l’agricoltore, i nostri giovani hanno altre aspirazioni e se le condizioni fossero diverse non sarebbero costretti ad andare al nord o all’estero per svolgere la professione di “scienziato”.

Uno spunto interessante però lo dà: il cambiamento climatico visto come opportunità, la possibilità di nuove colture più redditizie che prima non era possibile effettuare per l’inclemenza del clima.

Infine lancia un’esortazione: Non piangersi addosso, perché le nostre sono zone bellissime. Affermazione ripresa dal sindaco di Baselice che aggiunge: “Le aree interne continueranno ad esistere perché è più buona la qualità della vita”.

Noi qualche dubbio sulla migliore qualità della vita lo nutriamo. Come può essere migliore la nostra vita se non abbiamo un medico di base, se la nostra mobilità pubblica è limitata in una sola direzione, pur confinandoci, se volessimo andare in Puglia o in Molise con i mezzi pubblici dovremmo prima raggiungere Benevento, il problema della povertà dell’istruzione da noi è procrastinato di qualche anno, ma guardiamo Roseto, Castelvetere, Baselice. Parlare di migliore qualità della vita ci sembra più un atto di fede che non un’asserzione basata su dati.

Ed infine Marco Niccolai, che la soluzione in fondo l’ha trovata ed è vecchia almeno quanto il nostro paese. San Bartolomeo è nato grazie ad una fiscalità di vantaggio e probabilmente continuerà a vivere a distanza di 700 anni grazie ad una fiscalità di vantaggio. Non basterà, perché le esigenze sono cambiate rispetto a 700 anni fa, ma è un buon punto di partenza a cui andranno aggiunti l’implementazione di servizi d’istruzione, sanitari, e mobilità.

Qualcosa si muove, a parer nostro molto lentamente, ma qualcosa si muove.

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