Nel 1868 il Ministero dell’Interno con la circolare del 22 dicembre, ordinò di censire tutti i teatri più importanti del Regno d’Italia. L’impresario teatrale veronese Cesare Dalmas, direttore del Teatro Andreani di Mantova, compirà un’impresa quasi titanica per l’epoca, tenterà un censimento di tutti i teatri italiani, il suo lavoro vedrà la luce nel 1899 con il titolo “Dizionario dei teatri d’Italia. Vademecum dei capocomici, artisti lirici…, Como, Ostinelli 1899”.
Lo stesso Dalmas otto anni dopo, nel 1907 aggiornò il dizionario e lo diede alle stampe con il titolo di “Guida pratica teatrale d’Italia, Villafranca, Rossi 1907”.
Ci è stato detto che nel censimento del Ministero dell’Interno era conteggiato un teatro a San Bartolomeo in Galdo.
Nella Guida del 1907 del Dalmas, scopriamo che ad esclusione della città di Benevento che annoverava due teatri, nella sua provincia era esistente un solo teatro: il Teatro Comunale di San Bartolomeo in Galdo.
Il nostro teatro faceva parte dei piccoli teatri in legno, come se ne conservano pochi ormai in Italia. Dalle scarse informazioni in nostro possesso, possiamo situarlo nella vecchia casa comunale, probabilmente nel salone che ospitò per decenni il Circolo Frentano.
Doveva avere pochissimi posti, d’altra parte il cafone sanbartolomeano aveva problemi di più spiccia sopravvivenza, pertanto crediamo sia stato ad uso dei soli “gentiluomini”.
Non conosciamo la data di costruzione, ma è probabile che sia stato costruito sotto i Borbone di Napoli. Conosciamo però la data di abbattimento, il 1908, sindaco pro tempore era il cav. Pietro Colatruglio.
Il teatro nel 1908 doveva essere fatiscente, tanto che, invece di prospettare un restauro, si decise di abbatterlo. La conservazione del vetusto, non è mai stata di casa a San Bartolomeo.
Il materiale di risulta, fu fatto smaltire dallo stesso sindaco.
Nel 1909 divenne sindaco don Ignazio Saccone, avvocato, il quale utilizzò l’abbattimento del teatro come un’arma atta ad offendere chi lo aveva preceduto.
Il Comune denunciò l’allora ex sindaco cav. Colatruglio per appropriazione indebita, in sostanza il Colatruglio, non esistendo discariche comunali, fece trasportare le assi ed altro materiale di risulta nei propri terreni.
Le autorità giudiziarie dopo un rapido accertamento dei fatti, assolsero il Colatruglio da ogni addebito ed il Comune nel 1911, guidato dal Regio Commissario Giovanni Conti, dopo aver liquidato le spese giudiziali alle quali era stato condannato, espresse formali scuse al Cav. Colatruglio.
Si dovette attendere alcuni decenni prima che San Bartolomeo si dotasse di una nuova sala teatrale.