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lunedì, 16 Settembre 2024

Divertissement demografico: L’Italia si spopola (al Sud)

Ogni trimestre ci divertiamo a stilare dei post demografici visionando l’andamento della popolazione di 15 paesi tra Monti Dauni settentrionali pugliesi e campani (San Bartolomeo in Galdo), Fortore pugliese, molisano e campano e pre Fortore campano (San Marco dei Cavoti).

Ieri sono sati resi noti i dati dei primi 5 mesi del 2024, vogliamo evitare il solito bollettino di guerra. L’unico paese che si salva in questi 5 mesi è il “solito” Biccari che perde due soli abitanti. Poi si va dal – 10 di Alberona al – 21 di San Bartolomeo in Galdo, il paese da noi attenzionato che sta soffrendo maggiormente lo spopolamento in atto al Sud.

Dopo la lettura di “Vuoto a perdere Il collasso demografico come invertire rotta” di Marco Esposito, vogliamo allargare le nostre osservazioni all’intera penisola italica.

L’Italia perde abitanti e questo non è un segreto. Nei primi 5 mesi del 2024 siamo passati da 58989749 a 58971479, con una perdita di 18270 cittadini.

Il Sud + le Isole perdono 38239 abitanti. Come se in questi cinque mesi fossero scomparse Lucera, San Bartolomeo in Galdo, Biccari e Volturino.

Il Centro Italia perde 2182 abitanti.

Il Nord ne guadagna 22151.

Nascono più bambini al Nord, assolutamente no, il tasso di fertilità è in linea con quello meridionale, 1,25. Il saldo naturale è in linea con quello meridionale, per ogni bambino nato vi sono 2 persone decedute. La differenza la fanno gli arrivi. Da Sud sono arrivati al Nord nei primi cinque mesi dell’anno 21364 persone.

Sono giovani che vanno a studiare al Nord e giovani già laureati impoverendo in modo irreversibile il tessuto sociale meridionale. Non solo perdiamo popolazione, ma perdiamo la parte migliore della nostra popolazione, quella che dovrebbe garantirci un futuro, quella che dovrebbe garantirci la sopravvivenza e che invece va via cercando una qualità di vita migliore.

Se ne va non voltandosi indietro, lasciando macerie fisiche e sociali, perché alla soddisfazione di un genitore di vedere realizzato un proprio figlio fa da contraltare una casa abbandonata che in un futuro prossimo verrà chiusa e crollerà e una famiglia divisa. Anche se ultimamente si sta affermando un nuovo tipo di emigrazione, partono i figli e vengono raggiunti dai genitori.

Purtroppo il problema non è più lo spopolamento, o non solo, è la struttura demografica di un paese. Nel 2023 l’età media a SBiG era di 50 anni. A Castelvetere in Valfortore era di 58,5. In un paese a caso della Lombardia l’età media era di 46 anni. Quelli che restano sono i “vecchi”. Quelli che hanno più bisogno di sanità, di assistenza, le persone fragili. La parte produttiva e dinamica della nostra popolazione, con la benedizione dei genitori, (ed è giusto sia così, perché tutti vogliono il bene dei figli) va via. E cosa succede in questa bislacca Nazione chiamata Italia, si taglia la sanità nelle aree interne e nel Meridione, si tagliano i servizi assistenziali, si taglia il futuro (corto) delle persone anziane, perché i giovani quel futuro vanno a cercarlo dove pensano possa esserci. Saremo sempre meno autosufficienti e non avremo nessuno a cui chiedere aiuto.

Che prezzo sta pagando il Meridione d’Italia?

La coperta è corta ci diranno, è vero, talmente corta che si sta cercando di tenerla tutta al nord per coprire almeno quella parte di popolazione, ma non si accorgono che così facendo tra qualche anno, quando il Sud si svuoterà definitivamente dei suoi giovani, quando resteremo solo noi vecchi ad aspettare il 15 agosto che passino i nostri figli a salutarci, sotto quella coperta non arriverà più nessuno da Sud e quello che noi siamo oggi, loro saranno domani. Loro hanno una grande fortuna, possono vedere con anticipo cosa succederà, noi invece, ci siamo trovati catapultati dentro senza accorgercene. Loro hanno la possibilità di vivere il “loro canto di Natale” in salsa demografica e porvi rimedio come Ebenezer Scroodge.

Eppure vediamo una politica miope ed egoistica lontana da quei principi di sussidiarietà ed aiuto reciproco che poco più di 50 anni fa il Concilio Vaticano II affermava nella Gaudium et Spes e nella ormai iconica Populorum Progressio.

Ci salveremo. Inshallah!

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