{xtypo_dropcap}G{/xtypo_dropcap}iovedì sera il Consiglio generale della Comunità Montana del Fortore ha sfiduciato l’ex presidente Bruno Casamassa, con 28 voti favorevoli alla mozione di sfiducia presentata alcuni giorni fa.
La carica di presidente dell’ente è passata a Zaccaria Spina, assessore nella precedente Giunta esecutiva, mentre vede riconfermati alcuni assessori tra cui Giuseppe Ruggiero, uno dei promotori della mozione di sfiducia a Casamassa.
Assenti alla seduta, il Presidente sfiduciato ed una parte dei consiglieri dell’Udeur che si sono autosospesi dal partito.
Il presidente del Consiglio, Romeo Pisani, dopo aver letto la mozione di sfiducia ha riferito che Casamassa aveva scritto al Prefetto una nota nella quale faceva rilevare la illegittimità della convocazione, in quanto, tra l’altro, lo Statuto non prevedeva la mozione di sfiducia costruttiva ed in caso di svolgimento del Consiglio minacciava di investire gli organi competenti. In conseguenza, il Prefetto aveva inviato all’Ente una nota di risposta nella quale invitava ad annullare la convocazione del Consiglio. Aggiungeva Pisani che, avendo approfondito la questione ed acquisito pareri legali, riteneva che la convocazione del Consiglio fosse legittima e che il Prefetto, di cui aveva massimo rispetto e stima, non avesse competenza specifica a riguardo e che, in ogni caso, la Minoranza se del caso avrebbe potuto adire il T.A.R., unico competente a decidere sulla questione.
Intervenivano per la novella opposizione i consiglieri Spallone, Vessichelli, Sacchetti, Paoletta e Capocefalo.
Spallone (indipendente – sostiene una giunta Udeur) faceva rilevare che l’invito del Prefetto non poteva essere disatteso, in quanto il Prefetto ha un controllo sugli atti e che la mozione presentata era un atto di sfiducia dato a loro stessi, poiché molti componenti del nuovo organigramma erano componenti della precedente Giunta ed annunciava il proprio voto contrario. Vessichelli (AN) affermava che si stava assistendo al funerale del centrosinistra poiché era in atto una lacerazione tra componenti degli stessi partiti, in particolare Udeur e DS, rilevando che con la mozione presentata veniva accertato definitivamente che l’Esecutivo precedente aveva governato male e l’attuale non nasceva meglio.
Sacchetti (DS – PD), assessore uscente, con molta veemenza, affrontava la questione politica ed affermava che, pur essendo militante dello stesso partito di alcuni che figuravano nell’attuale maggioranza, non era stato nemmeno invitato ad alcuna riunione, né interpellato a riguardo e si chiedeva sul ruolo che avevano avuto le segreterie provinciali dei partiti nella vicenda.
Paoletta (DS – PD), sconfortato, affermava che aveva creduto nel grande Partito democratico ma che alcuni amici avevano tradito quel sogno, parlando di amicizia infranta, e così abbandonava l’aula. Capocefalo rilevava che non vi era nessuna novità nel nuovo organigramma, perché Spina non era altro che “il figlio spirituale” di Casamassa e che sarebbe stato diverso se, invece di nominare di nuovo ben 12 assessori, in linea con le indicazioni di risparmio della spesa, si sarebbe costituito un nuovo esecutivo con al massimo quattro assessori e – provocatoriamente concludeva – magari con la nomina a sorte del presidente.
Per la maggioranza Cocca (Margherita ora PD) parlava di spirito nuovo con il quale nasceva questa nuova maggioranza, senza condanna per nessuno e precisava che la nuova Amministrazione non era nata per porsi contro qualcuno e senza condanna per l’operato della vecchia gestione.
Ruggiero (DS – PD) affermava la legittimità della convocazione e chiariva la logica nuova che aveva portato alla sfiducia, al fine di costituire una maggioranza non basata unicamente sul criterio numerico ma sulla base delle reali esigenze delle popolazioni del Fortore e delle amministrazioni locali. Infatti, faceva rilevare che ben 12 sindaci su 16 avevano apprezzato ed appoggiato l’iniziativa. Infine il nuovo presidente Zaccaria Spina, al quale va il nostro augurio di buon lavoro, con un discorso pacato, rassicurava di avere chiarito la questione di legittimità con la stessa Prefettura, e che quindi il problema era da intendersi risolto ed assicurava che la sua non sarebbe stata un gestione chiusa ma aperta da subito a nuove adesioni e contributi fattivi di tutti i consiglieri. Dopodiché, abbandonavano l’aula i consiglieri di minoranza e solo la maggioranza votava positivamente detta mozione, e si può immaginare che la questione avrà certamente strascichi giudiziari per l’accertamento della legittimità della convocazione del Consiglio e della conseguente approvazione della mozione.
Da tale discussione emerge chiaramente uno strappo tra le componenti dei due principali partiti della nuova maggioranza: infatti l’Udeur è spaccato in due e l’area DS del PD appare altrettanto lacerata.
Ma, oltre allo smacco politico che si è voluto dare all’ex presidente Casamassa, emerge con evidenza l’esclusione dalla maggioranza dell’amministrazione Agostinelli (Udeur) di San Bartolomeo in Galdo che colleziona un altro fiasco. Il Comune, per fortuna, è degnamente rappresentato in Giunta dall’assessore Marcello Longo che è componente di una nutrita opposizione in Consiglio comunale. L’esclusione dell’amministrazione Agostinelli dalla G.E., potrebbe essere stata determinata dal fatto che tempo fa nel Consorzio BN3, per ottenere la Presidenza per l’assessore Mandrone (Udeur), restavano fuori dal Consiglio diversi comuni amministrati dall’Udeur tra cui Molinara e Montefalcone di Valfortore, per cui oggi, con questa operazione politica, sarebbe arrivato ineluttabilmente il conto da pagare.
Assenti alla seduta, il Presidente sfiduciato ed una parte dei consiglieri dell’Udeur che si sono autosospesi dal partito.
Il presidente del Consiglio, Romeo Pisani, dopo aver letto la mozione di sfiducia ha riferito che Casamassa aveva scritto al Prefetto una nota nella quale faceva rilevare la illegittimità della convocazione, in quanto, tra l’altro, lo Statuto non prevedeva la mozione di sfiducia costruttiva ed in caso di svolgimento del Consiglio minacciava di investire gli organi competenti. In conseguenza, il Prefetto aveva inviato all’Ente una nota di risposta nella quale invitava ad annullare la convocazione del Consiglio. Aggiungeva Pisani che, avendo approfondito la questione ed acquisito pareri legali, riteneva che la convocazione del Consiglio fosse legittima e che il Prefetto, di cui aveva massimo rispetto e stima, non avesse competenza specifica a riguardo e che, in ogni caso, la Minoranza se del caso avrebbe potuto adire il T.A.R., unico competente a decidere sulla questione.
Intervenivano per la novella opposizione i consiglieri Spallone, Vessichelli, Sacchetti, Paoletta e Capocefalo.
Spallone (indipendente – sostiene una giunta Udeur) faceva rilevare che l’invito del Prefetto non poteva essere disatteso, in quanto il Prefetto ha un controllo sugli atti e che la mozione presentata era un atto di sfiducia dato a loro stessi, poiché molti componenti del nuovo organigramma erano componenti della precedente Giunta ed annunciava il proprio voto contrario. Vessichelli (AN) affermava che si stava assistendo al funerale del centrosinistra poiché era in atto una lacerazione tra componenti degli stessi partiti, in particolare Udeur e DS, rilevando che con la mozione presentata veniva accertato definitivamente che l’Esecutivo precedente aveva governato male e l’attuale non nasceva meglio.
Sacchetti (DS – PD), assessore uscente, con molta veemenza, affrontava la questione politica ed affermava che, pur essendo militante dello stesso partito di alcuni che figuravano nell’attuale maggioranza, non era stato nemmeno invitato ad alcuna riunione, né interpellato a riguardo e si chiedeva sul ruolo che avevano avuto le segreterie provinciali dei partiti nella vicenda.
Paoletta (DS – PD), sconfortato, affermava che aveva creduto nel grande Partito democratico ma che alcuni amici avevano tradito quel sogno, parlando di amicizia infranta, e così abbandonava l’aula. Capocefalo rilevava che non vi era nessuna novità nel nuovo organigramma, perché Spina non era altro che “il figlio spirituale” di Casamassa e che sarebbe stato diverso se, invece di nominare di nuovo ben 12 assessori, in linea con le indicazioni di risparmio della spesa, si sarebbe costituito un nuovo esecutivo con al massimo quattro assessori e – provocatoriamente concludeva – magari con la nomina a sorte del presidente.
Per la maggioranza Cocca (Margherita ora PD) parlava di spirito nuovo con il quale nasceva questa nuova maggioranza, senza condanna per nessuno e precisava che la nuova Amministrazione non era nata per porsi contro qualcuno e senza condanna per l’operato della vecchia gestione.
Ruggiero (DS – PD) affermava la legittimità della convocazione e chiariva la logica nuova che aveva portato alla sfiducia, al fine di costituire una maggioranza non basata unicamente sul criterio numerico ma sulla base delle reali esigenze delle popolazioni del Fortore e delle amministrazioni locali. Infatti, faceva rilevare che ben 12 sindaci su 16 avevano apprezzato ed appoggiato l’iniziativa. Infine il nuovo presidente Zaccaria Spina, al quale va il nostro augurio di buon lavoro, con un discorso pacato, rassicurava di avere chiarito la questione di legittimità con la stessa Prefettura, e che quindi il problema era da intendersi risolto ed assicurava che la sua non sarebbe stata un gestione chiusa ma aperta da subito a nuove adesioni e contributi fattivi di tutti i consiglieri. Dopodiché, abbandonavano l’aula i consiglieri di minoranza e solo la maggioranza votava positivamente detta mozione, e si può immaginare che la questione avrà certamente strascichi giudiziari per l’accertamento della legittimità della convocazione del Consiglio e della conseguente approvazione della mozione.
Da tale discussione emerge chiaramente uno strappo tra le componenti dei due principali partiti della nuova maggioranza: infatti l’Udeur è spaccato in due e l’area DS del PD appare altrettanto lacerata.
Ma, oltre allo smacco politico che si è voluto dare all’ex presidente Casamassa, emerge con evidenza l’esclusione dalla maggioranza dell’amministrazione Agostinelli (Udeur) di San Bartolomeo in Galdo che colleziona un altro fiasco. Il Comune, per fortuna, è degnamente rappresentato in Giunta dall’assessore Marcello Longo che è componente di una nutrita opposizione in Consiglio comunale. L’esclusione dell’amministrazione Agostinelli dalla G.E., potrebbe essere stata determinata dal fatto che tempo fa nel Consorzio BN3, per ottenere la Presidenza per l’assessore Mandrone (Udeur), restavano fuori dal Consiglio diversi comuni amministrati dall’Udeur tra cui Molinara e Montefalcone di Valfortore, per cui oggi, con questa operazione politica, sarebbe arrivato ineluttabilmente il conto da pagare.
Erminio Pacifico
consigliere comunale
di San Bartolomeo in Galdo
consigliere comunale
di San Bartolomeo in Galdo
da il "Sannio Quotidiano" del 11-10-2007