Home Editoriali Quaestiones quodlibetales Isabella Conti e Gianfilippo Mignogna: due grandi amministratori.

Isabella Conti e Gianfilippo Mignogna: due grandi amministratori.

Ciò che seguirà è un piccolo divertissement e una riflessione semiamara, elaborata di getto in una fresca notte primaverile, dopo aver visto un filmato di Isabella Conti che si sfogava contro una certa sinistra maschilista e retrograda.

Sono parzialmente d’accordo col suo sfogo, che vi sia una certa sinistra maschilista e retrograda è un fatto, che l’uso dell’aggettivo renziano per definirla, possa essere inteso in tal senso è un altro e non collegabile. Italia Viva è Renzi, chi appartiene a tale microscopica forza politica può a ragione definirsi “renziano” dal nome del suo fondatore.

Dopo aver visto il filmato, la mia riflessione è andata oltre una polemica che in questo luogo non mi interessa.

Ho accostato Isabella Conti a Gianfilippo Mignogna perché entrambi sono degli ottimi amministratori, la prima sindaco di San Lazzaro di Savena (BO), il secondo sindaco di Biccari (FG). Nel gioco sull’elezione del sindaco più virtuoso organizzato dall’associazione “Comuni virtuosi” la Conti si è classificata al secondo posto, Mignogna al quinto. Entrambi laureati in Giurisprudenza, anagraficamente sono divisi da quattro anni, del 1982 la Conti, quattro anni maggiore il Mignogna.

Il secondo ha letteralmente cambiato volto al proprio borgo, avendo a disposizione esigue risorse economiche, ha dato una prospettiva al proprio paese e ad un intero territorio. Le sue buone pratiche amministrative dovrebbero essere studiate da tutti i sindaci d’Italia e in particolare da quelli meridionali e dei nostri Monti Dauni.

La Conti si è innestata in quelle pratiche amministrative, favorite anche da una maggiore disponibilità economica che questa Nazione ha deciso di investire in una sola parte del territorio, quello a nord di Roma, ma ha compreso che quel sistema di sviluppo era ormai obsoleto, e continuare a cementificare selvaggiamente il territorio sarebbe costato immensamente di più dei benefici ricevuti, per tal ragione si è opposta alle potenti lobby presenti nel suo partito.

Due grandi amministratori di piccoli centri che sul campo hanno dimostrato di poter, grazie all’esperienza accumulata, amministrare senza tema grandi città.

Difatti, Isabella Conti si è candidata alle primarie di Bologna per diventarne il sindaco, ed ha molte possibilità di riuscirci, benché appartenga al partitino dell’uomo più detestato d’Italia in questo momento. Auguriamo a Bologna di riuscire ad avere un sindaco come Isabella.

Simmetricamente dovrei augurare a Gianfilippo Mignogna di diventare sindaco di Bari (Capoluogo di Regione) o di Foggia (Capoluogo di Provincia).

Auguri che assumono duplice significato, se la Conti potrebbe gioirne e averne piacere, Mignogna potrebbe interpretarli come un volergli male. Andare a espletare la carica di sindaco di Foggia in un momento come questo è da folli. Una città allo sbando, con un debito mostruoso e demoralizzata nella sua componente migliore.

Leggevo della rinuncia di Manfredi a candidarsi a sindaco di Napoli, adducendo l’impossibilità di amministrare senza soldi e con un debito mostruoso da restituire in, massimo, tre anni.

Eppure credo che se ci possa essere qualcuno che potrebbe provare a risollevare Foggia è proprio il sindaco di Biccari.

Per il dopo Landella, io se fossi un foggiano, un pensierino a Gianfilippo Mignogna lo farei.

Ad Maiora Ariadeno