Ne’ Il borghese Pellegrino, Marco Malvaldi fa convivere personaggi reali ed inventati. Tra i personaggi reali vi sono il prof. Paolo Mantegazza e Pellegrino Artusi.
Il libro è scritto in maniera elegante ed al giallo si intrecciano trovate scientifiche e spiegazioni di chimica.
Malvaldi prima di essere un fine scrittore è un ottimo chimico.
Nelle note alla fine del testo l’autore critica il Mantegazza per il suo libro Un giorno a Madera, un testo di eugenetica, dove il prof. Mantegazza teorizza una società “sana”, un controllo delle nascite e la relegazione della donna a moglie e madre. L’autore non condivide il pensiero del Mantegazza, tuttavia ne apprezza la serietà scientifica e la fiducia nella scienza. Al Mantegazza, dobbiamo il libro Elementi di igiene, che molte vite ha salvato negli ospedali del tempo, l’adesione al Darwinismo e studi di antropologia.
Cito il Mantegazza, perché nelle noti finali, l’autore lo contrappone a Cesare Lombroso ed al suo “L’uomo delinquente” nel quale con studi a casaccio il Lombroso individua nella sedicente fossetta occipitale la causa della delinquenza e guarda caso, la fossetta occipitale è presente nella “razza meridionale”.
Malvaldi contrapponendo il Mantegazza al Lombroso scrive: “Nell’uomo delinquente, con ben maggiore disonestà intellettuale Lombroso infatti, rifiutato dalla comunità accademica che derideva le sue ricerche, si rivolse alle folle degli inspienti, propinando loro delle teorie allucinanti, ma facili da capire”.
Dimenticato quasi subito insieme alle sue deliranti teorie, ciclicamente il Lombroso, per qualche oscuro motivo torna in auge, fu così durante il Fascismo, è così in chiave antiborbonica.
Ci conforta sapere che il giudizio sullo scienziato veronese di uno dei migliori scrittori italiani dell’ultima generazione è estremamente tranciante.