L’Ais – Associazione Italiana Sommelier -, sezione territoriale della Campania, ha deciso di svolgere la tradizionale riunione degli associati al consesso, che precede quest’anno di poco l’inizio della bella stagione, nel fantastico scenario naturale del Fortore. Una terra, aspra e bella, che presenta vitigni e produzioni enologiche di straordinario valore. Da qui “Primavera nel Fortore”. Così è stata denominata l’iniziativa, che si svolge oggi. I sommelier cominceranno la loro giornata, alle 10, nella località “Sette Luci”, dove è collocata la prestigiosa e antica azienda enologica Castelmagno.
Curerà l’accoglienza e la regia della giornata la sommelier Maria Grazia De Luca, delegata provinciale dell’Ais per il Sannio. I partecipanti percorreranno un interessante tragitto – nello scenario offerto dalla natura silvana e forte, tipica del Fortore – nella direzione che da Baselice porta verso San Bartolomeo in Galdo. Visitando vigneti storici e osservando sul campo le tecniche di viticoltura tradizionale. Alle 10.45 l’arrivo a San Bartolomeo e la visita del bel centro storico dell’abitato e in particolare della biblioteca comunale con i suoi preziosi volumi storici. Si ritornerà poi nell’azienda Castelmagno per ripartire in direzione dell’ultramillenario borgo di Baselice. Nel bel centro storico del quale è ubicato il ristorante “Locanda Antico Sannio”. Con i suoi interni semplici ma suggestivi, che ripropongono la tipica strutturazione delle dimore signorili in pietra del Fortore. Elementi architettonici di antica tradizione, conciliati però – grazie ai più moderni canoni di progettazione – con tutti i comfort alberghieri offerti dalla modernità. All’insegna dei sapori gustosi, sinceri e genuini della tradizione sannita il menù, che sarà degustato dagli esigenti palati dei sommelier. Antipastino di bruschette. Pasta fresca con broccoli. Cavatelli con salsiccia fresca. Spezzatino di maiale e polenta con fegato. Dolce. Portate accompagnate – e con i sommelier dell’Ais non poteva essere diversamente – dai superbi vini del Fortore. Il “Rosato di Sommarello” e il “Sommarello Serra della Corte” dell’azienda Castelmagno. Ma non solo. Saranno offerti alla degustazione anche i meravigliosi vini della “Tenuta Colasanto”. Che ricordiamo nelle loro caratteristiche. Il “Ripa di Troia”, un vino rosso dal sapore possente, con riflessi fruttati. Eccellente nell’abbinamento con le carni. L’“Oro del Sannio”, uno splendido bianco, connotato dall’aroma, nel contempo, forte e delicato: capace di abbinare gusto fruttato con un sapore intenso, ma fine. E il “Moscato di Baselice”, un bianco dal gusto delicatissimo, sopraffino, che richiama la dolcezza liquorosa del Vin Santo, ma si connota per una trama più piena e corposa, che lo rende particolarmente adatto all’abbinamento con specialità dolciarie. I vitigni della “Tenuta Colasanto” sono stati impiantati partendo da piante fornite dai fratelli Pizzi (tra le quali il vitigno “Barbatella”). Sono stati curati e seguiti nella loro evoluzione dal proprietario il Cavalier Luca Colasanto e dai suoi collaboratori. Giungendo in pochi anni ad una produzione di eccellente qualità, ormai conosciuta e apprezzata anche fuori dai confini nazionali. Nel solco della grande tradizione enologica del Sannio, che vanta più di tre millenni di storia. La coltivazione della vite e la lavorazione del vino precede infatti l’epoca romana e risale a quella sannitica. I Sanniti praticarono sistemi di coltivazione della vite e di vinificazione molto simili a quelli della Magna Grecia. I Sanniti non erano il popolo rozzo e barbaro che viene così descritto, nella sua storiografia di parte, da Tito Livio. Bensì portatori di una straordinaria civiltà. Amante dell’arte, del bello, ma ancor di più dell’integrità della natura e della campagna e delle colline sannite. Che difesero fino allo stremo contro le armate di Roma. Per propria decisione e non per incapacità, la Fortissima Gens Sannita scelse di vivere in piccole comunità (Toutos). Rifuggendo per lo più dalle concentrazioni cittadine (pur con alcune eccezioni dovute per lo più a scelte di politica militare sia difensiva che di proiezione offensiva). Dato che il contatto con la natura era per loro necessario come il respirare e il bere. Il genio della gloriosa stirpe italica può essere ancora oggi respirato nell’aria pura e limpida del Fortore. E sorseggiato nei superbi vini che sono generati dalle meravigliose colline di questa terra splendida. Grazie a madre natura e al lavoro e ingegno umano, che li esalta fino a far raggiungere i livelli qualitativi che li connotano e rendono unici. Siamo convinti che quella odierna sarà una giornata indimenticabile per i soci dell’Ais. Tra i profumi dei vitigni e le delizie del palato offerte dalla Locanda Antica Sannio di Luca Colasanto potranno predisporsi ancora meglio ad apprezzare di più la primavera in arrivo.
da "IL SANNIO QUOTIDIANO" del 18/03/07