Nel 1500 San Bartolomeo si evidenziava come fiorente cittadina contornata da secolari querce. Dalla Capitanata incominciarono a giungere i primi frati francescani che ben presto si imposero all’ammirazione della gente per la vita semplice e l’alta spiritualità serafica.
Si creò così una forte devozione per il poverello d’Assisi e il grande taumaturgo di Padova. All’inizio del 1600 il primo gruppo di frati fu accolto dalla cittadinanza e con solenne cerimonia piantò la croce sul declivio della collina dominante il paese.
Fu donato ai frati il terreno per la costruzione della chiesa e del convento. Con alacrità fu costruito il convento e già nel 1615 vi era una comunità con a capo P.Giovanni Battista di Alfedena. Contemporaneamente si edificava la chiesa in stile barocco che veniva completata nel 1622 e nel 1630 veniva solennemente consacrata dal vescovo di Volturara Tommaso Carafa.
I religiosi s’imposero con vita esemplarissima, edificante pietà , spirito di assistenza e di carità verso il prossimo. Il convento divenne nel 1643 sede di studentato, fu fiorentissimo fino alla soppressione napoleonica, poi i religiosi vi ritornarono nel 1617.
Nel 1853 fu convento di noviziato, i giovani novizi emanavano il profumo delle loro virtù serafiche. Con l’annessione del Regno di Napoli al Piemonte e le nuove leggi liberali del Regno d’Italia calò di nuovo il buio sul convento dei frati. Dopo le leggi sovversive del 1866 l’infaticabile P. Ambrogio Ciminelli faceva sorgere un nuovo convento, provato duramente dai terremoti del 1930 e poi del 1962.
Ma il 9 luglio del 1963 vi fu una cerimonia bella e commovente: la posa della prima pietra per la ricostruzione. Il ministro provinciale dei frati minori P. Cherubino Martini in cotta e stola presenziava la suggestiva cerimonia alla presenza dei frati, dei cittadini e delle autorità .
di Tiziano Del Buono