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martedì, 3 Dicembre 2024

Ma sto eolico ce serve o nun ce serve?

In uno dei suoi film meno felici “Gallo cedrone”, Carlo Verdone interpretava un politico, che durante una manifestazione elettorale si chiedeva se il Tevere fosse necessario per Roma, e che secondo lui, una bella colata di cemento, con successiva costruzione di una strada a quattro corsie, avrebbe reso il traffico della capitale più fluido.

La sentenza 46/2021 emanata dalla Corte Costituzionale il 23 marzo c.a. ci fa capire, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che noi dell’eolico possiamo tranquillamente farne a meno.

La sentenza è il punto finale di una controversia iniziata da alcuni comuni pugliesi, che a seguito dell’emanazione delle “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” del 2010, si sono visti negare i “ristori convenzionalmente pattuiti con le aziende del settore eolico”.

In soldoni, con la sentenza i comuni si sono visti riconoscere i soldi che molti di loro avevano già iscritto a bilancio e che se non versati dalle grandi società del vento, come era loro intenzione, rischiavano di mandarli in dissesto.

Sembra una vittoria, e lo è parzialmente.

Fino al 31 dicembre del 2018 i comuni incasseranno i soldi pattuiti, dal 1 gennaio 2019, le convenzioni dovranno adeguarsi alle linee guida del 2010, che a detta di chi ne capisce più di noi come il sindaco di Biccari Gianfilippo Mignogna, sono nettamente peggiorative per i comuni.

Per capire meglio, facciamoci aiutare dalle parole dello stesso Mignogna, l’unico sindaco che non si è unito al coro di giubilo risuonato dopo la sentenza.

Il sindaco porta a mo’ di esempio il suo comune. Biccari con la sentenza n. 46 recupererà euro 400000 l’anno per tre anni. La sentenza riconsegna al paese dauno 1,2 mln di euro.

Tuttavia, il suo comune ha una convenzione con le società dell’eolico stipulata nel 2006 e che scadrà nel 2030, le royalties pattuite gli saranno garantite fino al 2018, dal 2019 no.

In seguito alle linee guida i comuni avranno sempre meno voce in capitolo, sempre secondo Mignogna, non sarà automatico ottenere le royalties e “possono essere previste misure compensative di carattere ambientale ma non economico e queste misure vanno decise in conferenza di servizi dalla Regione sentiti i Comuni, ma non possono essere disposte in maniera unilaterale dai Comuni”.

I comuni decideranno sempre meno sul proprio territorio e avranno sempre meno ritorni economici.

A questo punto la domanda è: Ma a noi sto eolico ce serve o nun ce serve?

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