Nei nostri periodici report demografici, guardiamo sempre con ammirazione alle proposte del sindaco dei Monti Dauni: Gianfilippo Mignogna. Crediamo che all’amore per il proprio borgo, unisca una visione globale di sviluppo che pochi amministratori hanno. Non si accontenta di cambiare volto a Biccari, perché è ben conscio che da soli non si va da nessuna parte, cerca di incidere anche su organismi sovracomunali come l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia di cui ha fatto parte del direttivo e i Borghi Autentici d’Italia di cui è Vice Presidente.
Ancora una volta il sindaco Mignogna ci dà prova della sua lungimiranza, aderendo alla rete dei sindaci del Sud per una giusta ripartizione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Recovery Fund”. Tra i circa 500 sindaci meridionali, vi è anche il sindaco di Roseto Valfortore Lucilla Parisi.
In seguito alla pandemia, l’Europa ha deciso di portare un concreto aiuto ai paesi membri, per cercarne di ridurre gli impatti economici e sanitari devastanti e creare le basi per una ripartenza.
L’Italia ha spuntato la somma maggiore di questi fondi, semplicemente perché è il paese più diseguale d’Europa. Mai, ad eccezione della Germania del 1990, all’alba della riunificazione, si era creata una frattura così grande in termini di PIL, disoccupazione e sviluppo tra zone diverse nell’ambito di uno stesso paese.
L’Europa tenendo conto di tre parametri: Popolazione, PIL, e disoccupazione ha elargito all’Italia ben 209 miliardi di euro da destinarsi alla riduzione del divario Nord-Sud.
Ma l’Italia è un paese diseguale ed allora ha deciso di tener conto di un solo parametro espresso dall’Europa la popolazione ed ha destinato al Sud il 34% delle risorse, pari al 34% della popolazione.
È dai tempi di Paolo VI e della sua Populorum Progressio che tutti hanno contezza che fare parti uguali fra disuguali è la più grave forma di ingiustizia che possa attuarsi.
Dopo alcune tenui proteste, si è arrivati ad una ripartizione di 60% al centro nord e 40% al Sud del Fondo.
Utile per rinfacciare ancora una volta ai meridionali di aver ottenuto più fondi, inutili per ridurre sensibilmente il divario nel paese.
Un paese diseguale non conviene più a nessuno, non ci vuole un premio Nobel per capirlo.
Alle parole di giubilo del Ministro per il Sud Carfagna e di tutti i partiti per questo 40%, fa da contraltare la flebile voce dei sindaci meridionali.
Riportiamo l’appello del sindaco Mignogna:
“Aderisco convintamente alla rete degli oltre 500 Sindaci del Sud che chiedono maggiore attenzione per il Mezzogiorno nel riparto dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Secondo le indicazioni dell’Unione Europea i criteri di distribuzione delle risorse dovrebbero tener conto di parametri specifici quali il Pil, la popolazione, il tasso di disoccupazione.
In base a questi parametri, al Sud sarebbe spettato almeno il 60% dei fondi previsti dal Recovery.
Il Governo italiano invece, pur migliorando le previsioni inziali, non è andato oltre il 40% per il Sud.
E’ una previsione che andrebbe corretta. Il Recovery è forse l’ultima occasione per ridurre i divari territoriali (e generazionali) nel nostro Paese. Al contrario, un’assegnazione dei fondi che non tiene conto delle condizioni di partenza dei territori rischia di aumentare – definitivamente – distanze, differenze, fratture. Una cosa che, a ben vedere, non conviene a noi e neanche all’Italia”.