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San Bartolomeo in Galdo
martedì, 23 Aprile 2024

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Indicizzato un nuovo anno, il 1832.

La nostra ricerca di volontari, dà frutti in ambito nazionale extrapaesano, e in ambito internazionale. Ci sono arrivate offerte di aiuto dal Brasile e dagli Stati Uniti, già al lavoro su alcuni registri.

Sorprende come la storia genealogica di San Bartolomeo in Galdo interessi chi vive fuori dal paese e non chi ne calca ogni giorno le strade.

Ma così è, e proseguiamo il nostro lavoro.

Nel presentare il 1832, iniziamo con il dirvi che in quell’anno nacquero a SBiG 263 bambini. Col tasso di natalità attuale ci vorranno circa 20 anni per raggiungere quella cifra.

Il mestiere più svolto in paese era quello di contadino, in 200 anni non è cambiato molto, l’agricoltura continua ad essere l’attività principale dei sanbartolomeani.

Incontriamo un orafo: Pasquale La Civita di 30 anni, coniugato con Teresa Botte.

Un proprietario di cui s’è perso il cognome a San Bartolomeo: Don Cesare Rossi di anni 46 coniugata con Donna Rachele Di Ionno e residenti in Strada Rossi, che purtroppo, per ora non riusciamo ad individuare nella toponomastica odierna.

Un paio di fabbri Salvatore Rinzullo di anni 30 sposato con Angelina Botte e residente in strada Santi e Giuseppe Vinciguerra di anni 48

Scopriamo che i La Vecchia erano una famiglia di Fabbricatori, troviamo Emiddio di anni 43.

Ben 5 trovatelli in un anno: Michele Esposito la levatrice fu Brigida Ricci residente in Vico Mucciarello; Maria Esposito fatta nascere dalla stessa Brigida; Angiola Proietta, nata senza l’assistenza della levatrice; Donata Proietta fatta nascere da Brigida e ancora Donato Esposito aiutato a nascere dall’altra levatrice presente in paese Isabella D’Antonio di anni 42 residente in Strada Portella

Un ambulante con moglie gravida al seguito Mattia Chiavarone di 36 anni e la moglie Rosaria Natalizia di anni 23 che prendono a pigione, per far nascere la propria figlia il 4 luglio, una casa in Strada Piazza.

Il 1 dicembre nasceva anche la figlia del sindaco Alessio Pannone e di sua moglie Chiara Braca, la presentazione ovviamente non poteva avvenire davanti a se stesso, ma la fece davanti a Francesco Rossi Decurione anziano. Il Pannone viveva in Strada Porta della Croce.

Un paio di sartori (sarti) come Giovanni Ferrara e Giuseppe Guarino.

Alcuni calzolai come Antonio Saturnino e Angelandrea D’Aiuto.

Un viaticale come Vitangelo Marcasciano di anni 44 e padre di Angelo.

Un ramaro come Francesco Martini di anni 47 e un macellaro Francesco Isernia di anni 30.

Un caffettiere (barista) Michelangelo D’Onofrio di anni 33 sposato con Francesca De Crescentiis.

Un gendarme del VII battaglione di stanza in Strada Piazza a San Bartolomeo in Galdo tal Cesare Lupercio marito di Costanza Iannaccone, probabilmente originari di Terra di Lavoro.

E per ultimo, nato il giorno di Natale del 1832 e non poteva essere diversamente, il grande Pietro Antonio Catalano, sacerdote, polemista, latinista, musicista, letterato, figlio di Michele Gentiluomo abitante nell’omonimo palazzo sito in quella che allora era ancora denominata Strada Borgo.

Su Pietro Antonio torneremo ancora, perché tale figura di sanbartolomeano erudito, non va dimenticata.

Un’ultima annotazione, nel 1832 il paese stava crescendo tumultuosamente, oltre un terzo degli abitanti aveva casa nella nuova zona nuova denominata “Borgo”fatta nascere dall’immenso abate Gurtler, a cui prima o poi dedicheremo Piazza Garibaldi, è solo questione di tempo, ma se non lo vedremo noi questo cambio, lo vedranno i nostri figli.

Buona consultazione

  • In foto Rev. Can. Dott. Don Pietro Antonio Catalano ringraziamo l’erede Cristina Giuliani.

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